giovedì 11 aprile 2024

Luigi Natoli e le rivolte in Sicilia: La cospirazione dei baroni contro il re Guglielmo I. Tratto da: Gli ultimi saraceni. Romanzo storico siciliano.

 
- Orsù, non è più tempo d’indugi. Se aspetteremo il ritorno di messer Bonello, saremo presi a uno a uno, e questa volta non resteremo a lungo nelle prigioni. Quanto a me, le ho sperimentate, e non ho nessun desiderio di ritornarvi. Bisogna moversi e agire...
Quel giorno stesso s’adunarono; oltre al conte di Avellino, e a Simone, v’erano anche gli altri principi reali, Tancredi e Ruggero, messer Martorano, il conte di Alesa, messer Roberto di Bovo e molti altri baroni. Convenivano tutti, pur tra divergenze di mezzi e di forma, che non era più tempo di indugi e che se avessero ancora atteso, nessun barone sarebbe rimasto libero e padrone della propria vita. 
- Il rimedio, – gridò messer Martorano, – è uno, non ne veggo altri; deporre il re!... Il re è indegno di reggere lo stato; avaro, sozzo, feroce e musulmano, egli disonora il trono del gran Ruggero!... Noi lo deporremo, e coroneremo il giovine Ruggero suo figlio!...
Approvarono tutti e si divisero le parti del dramma che s’apparecchiavano a rappresentare. Certo l’impresa non era facile. Da dopo l’uccisione di Majone il palazzo regio stava quasi sempre in assetto di guerra; non tanto per ordine del re quanto per consiglio della regina Margherita e dei suoi familiari. Guardie dappertutto, il ponte levatoio sempre alzato; le torri munite di mangani e di pietre. Anche nell’interno del palazzo v’erano più rigidi e vigilanti provvedimenti. L’impresa di Orsello, benché se ne indovinasse poi la ragione vera, si diede a intendere come un attentato al re, per giustificare tutti quegli apparecchi guerreschi e il rigore adottato. 
Si diceva che la magna curia dovesse giudicare Orsello, con tutte le forme di un solenne giudizio, per dare esempio di terrore; e intanto si vietava l’accesso a qualsiasi barone del quale non fosse provata la devozione al morto Almirante e al partito della regina. 
Queste condizioni non erano ignote ad alcuno. Per entrare nel palazzo e impadronirsi del re, bisognava dunque ricorrere all’astuzia: la forza avrebbe incontrato la forza, e il palazzo era custodito da messer Malagari, uomo di provata fede e valore. Messer Malagari doveva essere eliminato pel primo. 
- Uccidiamolo!



Luigi Natoli: Gli ultimi saraceni. Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo di Guglielmo I e di Matteo Bonello. 
L'opera, per la prima volta pubblicata in libro ad opera dei I Buoni Cugini editori, è la fedele trascrizione del romanzo originale pubblicato a puntate in appendice al Giornale di Sicilia dal 5 agosto 1911. Il volume include da una ancor più rara ode a Willelmo I composta dall'autore nell'aprile del 1881. 
Pagine 724 - Prezzo di copertina € 25,00
Copertina di Niccolò Pizzorno 
Il volume è disponibile:
Dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (sconto 15%, consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
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