martedì 30 aprile 2024

Luigi Natoli e le rivolte in Sicilia: Il luogo di convegno era la taverna nella strada di Sant'Antonio... Tratto da: Fra Diego La Matina. Romanzo storico siciliano

Il luogo di convegno, ove, quando erano in pochi e noti, si chiudevano a discutere, era la taverna nella strada di Sant’Antonio. Suonato il coprifuoco, e chiusa la porta di strada, i cospiratori entravano uno alla volta da una casa, fiancheggiante che comunicava internamente con la bettola. Fra Diego oramai conosceva tutti quelli che dovevano essere gli attori del dramma politico che si preparava. Oltre all’Alesi, al dell’Aquila, al Rubiano che gli erano già noti, conobbe così Leonardo Cacciamila, Pietro Pertuso, Francesco Errante e altri.
In quei giorni mastro Giuseppe d’Alesi mandò le prime imperfette notizie del moto napoletano, che più esatte e completate da corrieri ufficiali e da gente fuggita, suscitarono un nuovo fervore di sentimenti nella città.
Sapere che un pescivendolo, Masaniello, per una quistione insorta fra i gabellieri e un fruttaiolo, aveva sollevato Napoli, obbligato gli Spagnoli a rinserrarsi nei castelli, ed era stato eletto capitano del popolo; e che il Vicerè era stato costretto a trattar con lui da pari, destava apprensioni nel governo, nella nobiltà e nel clero, che temevano l’efficacia di quell’esempio sul popolo non ancor tranquillo di Palermo; ed eccitava lo spirito agitato del popolo, e più dei cospiratori, ai quali gli avvenimenti di Napoli mostravano quanto fosse facile trionfare.
Nè le notizie giunte di poi sulla fine miseranda del tribuno napoletano tranquillizzavano i nobili e disanimavano le maestranze; giacchè la rivoluzione non si era sedata; e si diceva che i signori della più cospicua nobiltà si fossero posti dalla parte del popolo, per cacciare la mala signoria. Ma per risolversi ad agire, conveniva aspettare il ritorno dell’Alesi, che si diceva non lontano.
La stanza segreta della taverna di Sant’Antonio udì in quella sera lunghe e calde discussioni. I più avventati rimproveravano le maestranze di aver lasciato soffocare la sommossa di Nino La Pelosa, di averlo lasciato impiccare co’ suoi compagni; e invece bisognava mettersi in testa della rivolta, farla propria, e compiere prima e meglio quello che avevano compiuto a Napoli. Invece le maestranze avevano fatto la guardia al Vicerè! Ma il Cacciamila e lo Errante difendevano le maestranze, esse avevano impedito i disordini, sì: ma in fondo avevano compiuto una rivoluzione, con l’ottenere che due senatori fossero eletti dai consoli, e che a questi fossero affidati anche altri uffici. E del resto, avendo in poter loro i bastioni e le porte, si poteva dire che la città era nelle loro mani.
- Sì, – ribattevano gli altri – ma il potere è ancora del Vicerè, la signoria non è con noi, il Castello è occupato dagli spagnoli e così anche il forte del Molo nuovo.
- Noi abbiamo dalla nostra parte, il principe di Geraci, e il Castello ce lo prenderemo.
S’illudevano che quel principe, borioso della sua nobiltà, che una favola eroica faceva discendere dai re normanni, e avido nel tempo stesso di popolarità, per primeggiare sopra gli altri signori, fosse veramente partigiano del popolo; e molti occhi di sognatori si volgevano a lui come al futuro re della Sicilia indipendente. E forse, se la nobiltà, la vecchia nobiltà che metteva paura ai re, non si fosse lasciata corrompere dalla corte di Spagna con concessioni di titoli, di preminenze, di privilegi, di favori; se per interesse o per paura non si fosse tutta affiliata al Sant’Offizio, e fosse perciò divenuta imbelle strumento della servitù della patria, avrebbe potuto in quei tempi, nei quali serpeggiava per tutta l’Europa uno spirito rivoluzionario, dare alla Sicilia la sua indipendenza e anche la sua prosperità.
Fra Diego non partecipava a queste discussioni che gli parevano inutili e vane. Egli pensava che nessuna rivoluzione sarebbe stata feconda, se non riformava la Chiesa...
(Nella foto: Masaniello).



Luigi Natoli: Fra Diego La Matina. Romanzo storico siciliano. 
Pagine 536 - Prezzo di copertina € 22,00
L'opera è la trascrizione del romanzo originale senza censure pubblicato in dispense dalla casa editrice La Gutemberg nel 1924.
Copertina di Niccolò Pizzorno
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 
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