mercoledì 11 novembre 2020

Luigi Natoli: Differenze sociali alle udienze del Vicerè. Tratto da: Calvello il bastardo

Naturalmente chi non aveva alcun titolo nè ufficio pubblico di qualche levatura, si vedeva passar dinanzi quelli da più di lui: e non ci voleva una grande perspicacia per indovinare, nell’anticamera, quali fossero i poveri diavoli destinati ad aspettar lunghe ore per essere ricevuti, e aspettare talvolta inutilmente. Si vedevano al volto triste e rassegnato, all’aspetto dimesso e umile, quasi timoroso dinanzi al sussiego sprezzante di quei lacchè diritti, impalati, sotto le bianche parrucche, nella ricca livrea gallonata e ricamata, più di quella di un ministro dei nostri giorni; o al cospetto di quei signori, che col nicchio sotto il braccio, lo spadino dall’elsa d’oro, passeggiavano con quell’aria di grandezza, che davano trenta o quaranta titoli facendo risuonare i ciondoli attaccati alle catene degli orologi, pendenti dall’uno e dall’altro taschino della lunga sottoveste di raso bianco. C’era qualche monsignore, in abito lungo, pavonazzo, il volto rubicondo,
  fresco raso; con la croce d’oro sul petto; e per contrasto qualche povero prete di campagna, con la mantellina una volta nera, or fatta verde dal sole e dalle piogge, e il cappello spelacchiato; l’uno e l’altro forse a caccia di qualche beneficio; quegli per comprar, probabilmente, qualche paio di mule per la carrozza, questi per disfamarsi. Una povera donna veniva a chiedere grazia pel marito, gittato sulle galere per aver bestemmiato, in una giornata di miseria e di fame. Ma v’era una dama profumata, nelle sete fruscianti, che veniva ad accaparrarsi la benevolenza del signor vicerè per un giovane cavaliere che aveva dato una buona stoccata a uno zio, e si trovava in Castello... a spassarsela col castellano, in attesa di un giudizio, che avrebbe avuto tutti i riguardi al grado e alla riputazione del nobile casato.
Ogni tanto la porta si apriva; una persona usciva, si voltava verso l’interno, si profondeva in un grande inchino, e se ne andava, attraversando l’anticamera con la soddisfazione di chi è passato dinanzi agli altri, segno certo della sua importanza; e allora un altro si staccava dai vari gruppi, senza bisogno di essere chiamato, sicuro del proprio diritto, stabilito e sancito dal cerimoniale e dalle prammatiche. Qualche volta avvenivano delle contestazioni.

Luigi Natoli: Calvello il bastardo. Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo di fine Settecento e inizi Ottocento, quando la Rivoluzione Francese porta in tutta Europa le prime idee di libertà dei popoli e nascono le prime Logge. Il protagonista Corrado Calvello è affiancato dal patriota e giureconsulto Francesco Paolo Di Blasi.
L’opera è la trascrizione del romanzo originale pubblicato dalla casa editrice La Gutemberg nel 1913.
Pagine 880 – Prezzo di copertina € 25,00
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