Padre don Nunzio stava
aggiustando gli apparati per trasformare una delle cappelle della parrocchia di
san Nicola in grotta per accogliervi il Bambino Gesù, la notte di Natale.
Mancavano ancora dieci giorni, ma il sedici dicembre cominciava la “novena”, e
si doveva celebrare innanzi alla cappella trasformata. Il brav’uomo, in sottana
nera succinta, aiutava lo scaccino e il seggiolaio a mettere a posto i vari
pezzi di sughero dipinto e incollato su armature di legno, che congiunti con
apposito disegno, venivano a costruire al sommo dell’altare la grotta, cornice
di Dio fatto uomo.
Ma i collaboratori non
lasciavano soddisfatto padre don Nunzio, che dimenticava di trovarsi in chiesa,
si lasciava scappare certe esclamazioni, che avrebbero fatto arrossire perfino
le seggiole.
- Ponila più su… non così…
più a destra… Che ti pigli un accidente. Più giù… Basta così… E tu, che santo
diamine fai costì? Leva quel sughero; non vedi che par che caschi addosso al
Bambino?
E qui un’altra mala parola
da non potersi scrivere.
- Ora andate a desinare,
che è tardi; ma tornate fra due ore. Vi bastano? Stasera tutto ha da essere
bello e fatto. Avete sentito quello che hanno fatto a Roma i nostri
compatrioti? E c’era il Papa; quel sant’uomo del Papa! Dunque fra due ore.
Per capire il discorso di
padre don Nunzio bisogna sapere che i Siciliani residenti a Roma avevano
festeggiato la Consulta creata dal Papa, andando nel corteo con gli altri,
inalberando la bandiera tricolore, la sola che si vide a Roma in quella
occasione. Questa notizia era stata comunicata ad alcuni amici di Palermo; e
padre don Nunzio l’aveva saputa e detta in confidenza ai suoi fidati. E aveva
immaginato una cosa spettacolosa: far nascere il Bambino fra un nembo di
tricolori; tre colori nella paglia, tre colori nei raggi, tre colori nella coda
della stella fatale. Come sarebbe andata non ci pensava: avrebbe però voluto
vedere se i poliziotti si sarebbero rischiati di portare le mani sulle cose
sante dell’altare.
Luigi Natoli: Chi l'uccise?
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Nella foto: fazzoletto dedicato a Pio IX esposto al Museo di Storia Patria - Palermo
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