lunedì 4 dicembre 2017

Luigi Natoli: 1563, Sabato a 4 di dicembre. Successe il caso della signora di Carini. Tratto da: Un poemetto siciliano del XVI secolo


A nessun componimento della nostra letteratura popolare è toccata la sorte di avere tanti e così diligenti illustratori e imitatori, come a quel tragico poemetto, che corre sotto il nome di Baronessa o Principessa di Carini; al quale l’orrore del fatto, unico forse nella letteratura del popolo, la pietà verso la vittima, il grado e la notorietà dei personaggi e sopra tutto la incomparabile bellezza della forma rappresentativa conferirono una meritata celebrità.
Il fatto tramandato dalla tradizione è questo: un principe di Carini uccise la figlia, perché si amoreggiava celatamente con un giovane; la figlia, fuggita di stanza in stanza, cadendo ferita, appoggiò la mano insanguinata sopra una parete, e vi lasciò una impronta, che nessuna calce potè mai cancellare.
Questo fatto, che forse rientra in quel gruppo di leggende che hanno per fondamento un’impronta maravigliosa, è con certa larghezza svolto in un poemetto, che, correndo frammentario per l’Isola, fu, dopo lunghe pazienti accurate ricerche dell’erudito Salvatore Salomone-Marino, ricomposto a unità. Il poemetto, precisando nomi e circostanze, fu considerato come documento storico, non altrimenti che le “storie” in versi, che tutt’ora, nella commozione prodotta da un grande avvenimento, poeti del popolo van componendo: documento storico non solo perché conserva e tramanda la notizia del fatto, ma anche perchè riflette la qualità e il tono della coscienza popolare di fronte a esso.
E a dargli valore strettamente storico, giovarono le industri ricerche del Salomone-Marino, il quale come potè darci il poema nella sua integrità, o quale, almeno, gli sembrò, così potè illustrarlo di tutte le notizie riferibili tanto al fatto, quanto ai personaggi indicati dalla tradizione e dal poema. E poiché Alessandro D’Ancona e Angelo De Gubernatis, discorrendo della lezione del poema data dal Salamone-Marino, sollevarono dei dubbi sulla sua storicità, l’erudito editore, documentò le sue illustrazioni, e identificò i personaggi dell’orrida tragedia, della quale diede le probabili lontane origini. 
Fra i documenti il più antico, vera testimonianza storica, è la breve notizia del diario di Nicolò Palmerino e Filippo Paruta; notizia troppo semplice e indeterminata, per dar luce all’avvenimento; e che non consente alcuna seria argomentazione in favore dei particolari della leggenda. La notizia dice con esattezza cronologica: “1563, Sabato a 4 di dicembre. Successe il caso della signora di Carini. “Caso” nelle cronache e nella dizione di quei tempi adoperarono i nostri scrittori nel significato di grande e straordinario avvenimento, con uccisione e morte di persone: “Caso di Sciacca” si disse la lotta civile che insanguinò quella città nel secolo XVI; “Caso di Del Carretto” o “di Castronovo” una strepitosa vendetta presa da un conte Del Carretto sopra alcuni di casa Barresi.
Con un errore di data, ma con precisione di nomi, Vincenzo Auria, cavandola da altri manoscritti antichi, riprodusse la notizia: “1563 – Sabato a 4 di dicembre – Fu ammazzata la signora D. Caterina La Grua, signora di Carini” ...


Luigi Natoli: "Un poemetto siciliano del XVI secolo" fa parte di: La Baronessa di Carini e altri racconti con fatti di sangue. 
Pagine 310 - Prezzo di copertina € 21,00
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online,
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 



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