Si ritrovò nella piazzetta,
dinanzi il piccolo caffè dove era entrata seguendo Guy; salì la scaletta
interna; entrò nella camera. Guy non c’era.
C’era ancora il cadavere
del capitano, col suo profilo tagliente, coi baffi grigi quasi ispidi; disteso
sul letto con le mani incrociate; ed era solo, chi poteva in quel momento
vegliare un morto? Ella lo guardò con un misto di pietà, di ribrezzo, di curiosità.
Sedette a un angolo della camera, sopra una seggiola bassa, e si mise a
recitare le preghiere. Se ci fosse stata dell’acqua benedetta nella pila di
porcellana appesa al capezzale del letto! Si alzò, guardò: c’era. Tolse allora
la frondicella dell’ulivo benedetto, che era infilata di traverso all’anello
della piletta; ne immerse le foglie nell’acqua, e spruzzò il volto, le mani, la
divisa del morto. E le parve di aver reso un pio e doveroso tributo verso di
lui; le parve che il morto dovesse esserne lieto e grato. Ella se ne sentiva
più sollevata; posò l’ulivo fra le mani del morto, e ritornò a sedere e a
pregare.
Ah quell’ulivo, simbolo
di pace e di concordia fra gli uomini, posto dalle mani inconsapevoli di una
povera contadina, fra quelle di un ucciso nella tremenda guerra di sterminio,
quale profondità di significati attingeva negli abissi del pensiero! La fede
ingenua, la pietà umana, si confondevano con la più feroce e spietata ironia.
Era il crollare rovinoso di tutte le teorie umanitarie e sentimentali dinanzi
alla realtà inesorabile; ed era anche l’eterna aspirazione a una divina
armonia; pareva una protesta contro la crudeltà belluina della guerra; il
vaticinio o l’augurio che dalle terre bagnate di tanto sangue umano
germogliasse l’albero della pace universale…
Betty pregava; ma
s’interruppe ad un tratto e tese l’orecchio....
Luigi Natoli - Alla guerra!
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Copertina e illustrazioni di Niccolò Pizzorno
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