venerdì 20 maggio 2022

Luigi Natoli intervista Andrea Soldano, assistente di Rosolino Pilo. Tratto da: Rivendicazioni.

Io lo conobbi una mattina, che venne a trovarmi commosso del ricordo che di lui era stato fatto, dopo cinquant’anni, in un pubblico discorso. Questo ricordo lo trasse per un’ora dall’ombra silenziosa della sua modestia, dove era vissuto, dimenticato per mezzo secolo, e lo aveva fatto rivivere nei bei giorni della sua giovinezza. 
Era nativo di Lipari, ma fin dalla fanciullezza aveva dimorato a Piana, ciò che lo aveva fatto credere albanese di quella colonia. Legato d’amicizia col Piediscalzi, col Petta, con gli altri liberali, allo scoppio della rivoluzione del 4 aprile, aveva impugnate le armi e fatto parte della squadra di Piana, con la quale si era trovato a tutti i combattimenti. 
Quando le squadre raccolte sulle montagne, aspettavano l’alba della nuova prossima riscossa, Andrea Soldano, sfidando i pericoli dello stato d’assedio veniva in Palermo a portar lettere ai membri del comitato, e a riceverne; e ad acquistare munizioni per le squadre. Ci andava di mezzo la vita, ma che importava? Pensavano forse i giovani di quel tempo a risparmiar la vita, quando si trattava di conquistare la libertà?
Giunti il 20 aprile a Piana, Rosalino Pilo e Giovanni Corrao, Andrea Soldano li seguì, e si affezionò al Pilo, che, riconosciuta la sveltezza e la devozione del giovane, gli affidò incarichi pericolosi e delicati. 
Andrea Soldano diventò la sua ordinanza, la sua guida, il suo corriere. 
- Ah che cuore aveva don Rosalino! Che cuore! – mi diceva il buon vecchio, ricordando il suo capo: – non ce n’era uomini come lui. Coraggioso e generoso; quando era l’ora di prendere un boccone, egli pensava a tutti noi, e non mangiava, se non era sicuro che ogni uomo della squadra avesse avuto la sua parte... Ma voleva ordine e non tollerava abusi. Una volta che alcuni uomini si ubbriacarono (erano stati portati e offerti alcuni barili di vino) egli montò in collera, e li prese a piattonate... Con tutto ciò tutti gli volevano bene... tutti: ed egli ce ne voleva. 
Gli domandai qualche particolare sulla morte dell’eroe. Mi rispose: 
- La mattina del 21 eravamo tutti a San Martino, quando giunse la notizia che si avanzavano le truppe. Corrao si era già recato sulla Neviera, e aveva raccolto e appostato i suoi uomini. Crede forse che c’eran tutti? I soldati borbonici venivano dal Castellaccio, sparando: avevano fucili che tiravano fino a 800 metri, mentre i nostri sparavano appena a 300!... Don Rosalino e Calvino, all’udire la fucilata uscirono dal monastero salendo verso la Neviera. Io ero con loro. Corrao gli gridò: “Don Rosalino, non venite quassù, perché c’è un fuoco d’inferno; le palle fioccano come la grandine”. Ma egli rispose celiando: “Non abbiate paura, ancora la palla per me non è fusa”. E salì. Io l’accompagnai. Calvino si fermò accanto a Corrao. Noi, don Rosalino e io, salimmo più in alto, sulla cima del colle, donde Pilo poteva veder meglio la posizione. V’era un masso incavato, e vi è ancora. Pilo vi si pose, come per ripararsi; ma la testa gli sorpassava il masso. Prese un pezzo di carta e un lapis, appoggiò la carta sopra la mia spalla, e stava per scrivere, quando fu colpito alla testa. Ah! quando l’ho veduto cadere!... Gridai; e allora accorsero da basso Calvino, Corrao, ed altri: tra i quali c’era il signor Canepa di Carini, farmacista, che noi credevamo un medico. Egli asciugò un po’di sangue dalla ferita, e a me che gli chiedevo notizie, disse: – “Non vedete che esce la massa cerebrale? È morto”. Il povero Rosalino non faceva un lamento, soltanto gli occhi gli giravano terribilmente!...
- E dove fu ferito?...
- Qui, dietro l’orecchio quasi; e la palla gli uscì dalla fronte...
- Siete sicuro di questo?
- Sicurissimo. I buchi erano due, e la midolla usciva dalla fronte...
- E poi?
- Poi io gli tolsi la sciarpa tricolore di seta all’uncinetto, la borsa, il berretto... Questo berretto glielo avevo portato io da Palermo qualche giorno prima; Corrao gli levò una borsa a tracolla nella quale c’erano delle carte; poi lo prendemmo e lo portammo al coperto nella stanza della Neviera. Oh fu un dolore per tutti, un grande dolore! Noi seguitammo a combattere: il fuoco durò sette ore circa; noi non eravamo più di settantanove!... e combattemmo per sette ore contro battaglioni!... Poi Corrao ordinò la ritirata. 
- E delle voci sinistre che corsero sulla morte di Rosalino?
- Don Rosalino fu ucciso dai soldati. Eh! Se ne dissero tante. S’accusò Corrao, ma era una calunnia: con Corrao altercavano sempre, perché erano tutti e due irascibili, ma tornavano subito amici. Eppoi Corrao era così coraggioso e temerario, che non avrebbe mai commesso una viltà. Ma del resto non era materialmente possibile, perché, come le ho detto, Corrao stava più in basso, davanti a noi. Le voci più insistenti accusavano un certo S... che era delle squadre: un pezzo d’uomo!... Noi non sapevamo chi fosse: poi si seppe che era uscito dalla galera; e dopo il 27 maggio si sospettò che fosse stato una spia dei Borboni. Io seppi queste voci a Capua, sul campo; e mi sentii infiammare... Fu un miracolo se S... scampò alle mie mani; però se ne fuggì in Sicilia, dove per qualche bricconeria fu ucciso da certe persone di Partinico. 
- Cosicchè voi respingete tutte le storielle che corrono?
- Tutte! Tutte!... Egli è stato ucciso dai regi che venivano dal Castellaccio.
- E voi avete fatto tutta la campagna?
- Tutta. Seguii Corrao; il 28 entrai in Palermo con lui, dopo le fazioni dei Lolli e di S. Francesco di Paola. Fui a Milazzo, passai nelle Calabrie, presi parte alla battaglia del primo ottobre. Poi me ne tornai; e me ne sono stato in disparte, zitto, senza chiedere nulla; tutto quello che possiedo sono questi certificati!...
Ne tirò un fascio: tutte calde testimonianze dell’opera prestata dal Soldano durante la rivoluzione. Io le lessi, e gliele riconsegnai, con un senso di mestizia, guardando il buon vecchio con ammirazione, e direi quasi con un senso di invidia. Proprio invidia. 


Luigi Natoli: Rivendicazioni. La rivoluzione siciliana nel 1860 e altri scritti storici sul Risorgimento. 
Pagine 546 - Prezzo di copertina € 24,00
Copertina di Niccolò Pizzorno
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it
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