venerdì 22 novembre 2019

Luigi Natoli: Come Giovanna Bonanno diviene una "fattucchiera". Tratto da: La vecchia dell'aceto


Se ne andò cercando di quartiere in quartiere, cercando uno di quei pianterreni miserabili che si chiamano “catodi”, ma la notte sopravvenne senza aver trovato nulla; dovette acconciarsi a dormire sotto uno di quei banchi sporgenti dalle botteghe di via Toledo, stringendo le mani sul petto, dove aveva conservato i due scudi avvolti in un cencio. Il domani fu più fortunata: trovò una stamberga in un vicolo dell’Albergheria. Nessuno la conosceva in quella contrada; ella disse di chiamarsi Giovanna Bonanno, che era vedova, sola e povera. Col resto dei due scudi poté da un rivendugliolo comprare un pagliariccio, e una schiavina usata e una tavola. Aveva così una tana dove dormire; ma non una casa per ispirare fiducia e poter riprendere la sua professione. E chi si sarebbe mai affidata a lei così brutta, così ripugnante, così miserabile? E tuttavia bisognava vivere!... Cominciò ad andare in giro, con un sacchetto sospeso al braccio, accattando alle botteghe qualche po’ di pane, qualche rimasuglio di formaggio e nelle osterie qualche avanzo di pesce o di grassi; talvolta usciva fuori porta Sant’Agata, e andava a raccogliere erbe mangerecce nei campi. L’avere una volta indicato a una donna dei rimedi per guarire un bimbetto lattante, suggeritili dalla sua antica professione, la fece credere una di quelle donne che conoscono i mali meglio dei medici e fabbricano medicine e filtri misteriosi. Da questo a trasformarsi nella credenza del vicinato in fattucchiera non ci volle molto: cominciarono allora a ricorrere a lei per domandarle incantesimi e disincantesimi, fatture, filtri, magie; ma Giovanna, scottata dalla prigionia sofferta innocente, non voleva subirne un’altra da rea, e respingeva le richieste, non senza ira; pretendendo che essa non era una strega, che non conosceva “l’arte”, che conosceva appena qualche rimedio per curare i lattanti e le donne sopra parto o puerpere: nient’altro. La lasciassero in pace; era buona cristiana e non aveva nulla in comune coi mali spiriti. Eran parole. Le persone così respinte non la credevano; e se ne andavano più convinte che mai che ella fosse una fattucchiera, che però non voleva aiutare la povera gente.


Luigi Natoli: La vecchia dell'aceto. Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1700. La storia di Giovanna Bonanno l'avvelenatrice, passata alla storia come La vecchia dell'aceto. 
Nella versione originale pubblicata a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1927
Pagine 562 - Prezzo di copertina € 22,00
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