mercoledì 20 aprile 2016

Luigi Natoli e "I mille e un duelli del bel Torralba": Fra' Diavolo


Fu negli ultimi di novembre 1806. Il 28 si assistette nella chiesa di San Giovanni dei Napoletani ai solenni funerali ordinati dal re in suffragio dell’anima di Michele Pezza, alias Fra Diavolo. Era l’ultimo degli antichi capi delle bande del cardinale Ruffo. In quell’anno, dopo la fuga del re, questi capi banditi avevano tentato di sollevare le popolazioni contro i francesi: ma Rodio era stato preso e condannato a morte; dopo non molto la stessa sorte era toccata al De Satis; due altri Sciabolone ed Ermenegildo Piccioli avevano meglio provveduto a sé stessi, cessando dalla lotta e gettandosi a parteggiare pei francesi. Era rimasto Fra Diavolo, che invano aveva cercato di tener testa alle colonne mobili. Braccato da ogni parte, ferito, s’era nascosto a Baronissi e sperava di imbarcarsi a Salerno, ma era stato riconosciuto, arrestato e l’11 novembre impiccato in Napoli. I suoi funerali in Palermo furono sontuosi. Officiava monsignor Garrano confessore del re e intervennero i signori napoletani, gli ufficiali delle truppe e della corte; e, nella piazza le truppe napoletane e inglesi schierate, che fecero delle piccole scariche a salve durante la consacrazione e la benedizione del tumulo. Pei napoletani quella morte che privava il re legittimo, di una delle sue colonne, fu un lutto; per la cittadinanza palermitana i funerali furono soltanto un oggetto di curiosità; nessuno parteggiò al lutto della corte; e al dolore dei napoletani qualche buon umore ci fece una pasquinata; molti riprovarono, in silenzio delle onoranze rese a un bandito.
Luigi Natoli - I mille e un duelli del bel Torralba
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