Nessuno di coloro che all’ospedale gli stettero vicini, lo credette propalatore;
anzi il cav. Balsano, il cappellano Chiarenza e i medici curanti, che avevano
stabilito intorno al ferito un servizio di quasi spionaggio, negano con
testimonianze scritte, che il Riso abbia fatto le rivelazioni che gli si
attribuiscono.
La città, più sicura nei giudizi, ne pianse la morte; e allora e poi l’onorò
pel martirio, che segnò la irrevocabile caduta dei Borboni e l’unità della
patria.
Epigrafe a Francesco Riso
(come manoscritta)
A
FRANCESCO RISO
MARTIRE INFELICE DELLA LIBERTA' DELLA PATRIA
NON SOSPIRI DI LETARGO
NON PIANTI DI VILTA'
MA FIERI GIURAMENTI DI SANGUE
FREMITO DI VENDETTA ATROCE
29 Aprile 1860
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