giovedì 17 marzo 2016

Luigi Natoli nel romanzo "I cavalieri della Stella"

 
Allora i dodici cavalieri della Stella con le corazze lucenti alla luna, uscirono dalla boscaglia, con alte grida, e le spade squarciate precipitandosi sui fuggiaschi, intanto che dagli alberi i tiratori fulmi­navano con colpi sicuri, fitti, micidiali. Quei dodici cavalieri parvero uno squadrone. Il reggimento piegò, si rove­sciò indietro, fuggì. Invano gli ufficiali tentavano di arrestarlo; la paura aveva messo le ali ai piedi di ciascuno; il terrore della morte non ispirava che il coraggio della fuga!...

Fu una pioggia di fuoco; ma gli ufficiali spagnuoli avevano potuto rior­dinare le compagnie, e rispondevano vi­gorosamente al fuoco. Il monastero era avvolto in una cer­chia di nubi cineree, squarciate da lampi e da tuoni...

Quella pugna notturna, intorno a quel monastero magnifico e solenne, sotto lo scampanare fitto e incessante, tra il lampeggiare rosseggiante delle schiop­pettate, nell'ondeggiar del fumo lievemente cinereo, aveva qualcosa di fantastico.
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