Con prefazione dell’autore – pag. 308 – Non è un
romanzo ricostruito ed edito postumo così come si è sempre creduto. È stato
pubblicato a puntate in appendice al Giornale di Sicilia a partire dal 31
dicembre 1936.
L’odierna ristampa raccoglie tutte queste
puntate in un’opera organica che non esitiamo a definire capolavoro per stile letterario e grandezza di pensiero, e
presenta notevoli differenze con quella conosciuta, dichiarata postuma dalla
casa editrice “La Madonnina”. Differenze tutte a favore di Luigi Natoli,
scrittore vivo, allora come adesso, ed oggi ancora più grande di prima.
Dalla prefazione dell'autore:
"Qualche volta, passando
per una stradetta, sopra una porta, vedo pendere un cartellone con dipinti in
quadri alcuni episodi di quello che si rappresentava la sera nel teatro delle
marionette; e vi leggevo i nomi di Fioravante e di Rizzeri. La storia di Andrea
da Barberino si era rifugiata lì: Fioravante e Rizzeri erano tramutati in teste
di legno, come tutti gli altri campioni del valore e della fede; ma anche in
quelle vesti che destano in noi un sapore di cose nuove. In un quadro v’erano
due guerrieri, che abbassavano le armi e un leone fra loro in atto di
separarli; in un altro, una folla di popolo e una regina condotta al rogo: i
cavalieri erano vestiti con le armature del cinquecento, con un salto di mille
e duecento anni. Non importa nulla. Pel popolo abituato a quel teatro e pel puparo,
ossia per l’ “oprante” tutte queste differenze sparivano nell’antico, in cui
tutto accadeva senza distinzione di tempo, di luoghi, di costumi: ma l’onda di
poesia che scaturiva anche da quelle piccole teste di legno era possente e
riecheggiava nelle anime semplici degli spettatori.
Ora anche adesso questo
giornale si ispira alle avventure di Fioravante, e lo riproduce attraverso un
“oprante”; e intreccia l’antico con il moderno; e le avventure di Lillì fanno
contrasto con quelle di Drusolina, e quell’onesto puparo sembra foggiato con
l’anima dei suoi pupi. C’è riuscito? È quello che vedrà il lettore. Ma se non è
immodestia dirlo, coloro che mi hanno seguito attraverso i diciotto o venti
romanzi, da me pubblicati su questo giornale, sanno per prova che un certo
interesse so trovarlo". - Luigi Natoli
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