L’alba del dodici
gennaio in piazza della Fieravecchia un numero sparuto di cittadini
incominciava la rivolta. L’alba era fredda, e il cielo coperto di nubi, gli
animi pieni di ansia nel vedere quei venti cittadini intorno a una bandiera
tricolore, sparare un colpo di fucile. Era la rivoluzione che cominciava. Due
ore dopo erano cento, e i colpi spesseggiavano in vari punti.
Fuori, nella piazza, la gente fremeva e ferveva; ella si affacciò nel
balcone, e vide qualche cencio tricolore, e, più in là qualche uomo che
incitava altri uomini ad armarsi. Rientrò subito; suo padre si aggirava per le
stanze con le mani cacciate nelle tasche, il sigaro spento in bocca, gli occhi
fissi sotto le sopracciglia aggrondate. Poi si fermava dietro i vetri del
balcone e guardava la piazza, la via, la chiesa del Carmine.
...La città lo sorprendeva; barricate
nei punti più strategici, squadre, uomini e donne, bandiere dappertutto, e su
questa confusione, schioppettate, cannonate, bombe, squilli di tromba, campane.
Si battevano intorno alla Piazza Reale, i commissariati, il Castello. Si
cercava di rompere le comunicazioni tra il Palazzo Reale e il Castello e il
commissariato e la caserma dei gendarmi al Noviziato. Queste notizie Corrado
raccoglieva per via; ma la vista degli uomini armati che incontrava a ogni
passo, delle squadre che andavano a battersi, delle case scoperchiate dalle
bombe, dei feriti che erano portati negli ospedali, tutto questo non destava
nel suo cuore la vergogna di essere un estraneo al dovere verso la patria. Egli
giovane, vigoroso, che avrebbe potuto essere utile, si sentiva diminuito di
fronte a quei popolani che andavano a combattere e a morire per la loro terra.
Luigi Natoli
Disegno di Niccolò Pizzorno
Il romanzo chi l'uccise è pubblicato nel volume "Braccio di Ferro avventure di un carbonaro, I morti tornano..., Chi l'uccise? - Tre romanzi del Risorgimento italiano".
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