Fu pubblicato a puntate in appendice al Giornale
di Sicilia nel 1911 e non ebbe mai i natali come libro; pertanto, tolti quei
pochi fortunati che riuscirono a leggerlo più di cent’anni fa, nessun altro ha
potuto deliziarsi della brillante inventiva di Luigi Natoli. Questa edizione è
la copia fedele di quanto pubblicato sul Giornale ed è impreziosita da una
ancor più rara ode a Willelmo I composta
dall’autore nell’aprile del 1881. Oggi con grande orgoglio restituiamo queste
due opere alla collettività con la stessa valenza che hanno gli inediti, per
gli amanti del genio palermitano e per giustizia nei confronti del grande Luigi
Natoli, scrittore e storiografo per anni dimenticato.
Quando
morì Ruggero II lasciò uno stato potente, temuto, ricco e glorioso. La Sicilia
dominava il Mediterraneo e il suo regno si estendeva per tutta l’Italia
meridionale fino alle coste settentrionali dell’Africa, dalla Libia alla
Tunisia. Tutto questo ereditò Guglielmo I detto Il malo.
Luigi Natoli ambienta Gli ultimi saraceni proprio in questo periodo storico, ricostruendo
fedelmente la figura del re Guglielmo I, con tutto il suo potere e le sue debolezze,
facendo anche un lavoro storiografico sugli usi e costumi della corte, le sue
alleanze, i suoi avversari politici e i suoi innumerevoli intrighi nel precario
equilibrio di una Palermo multietnica, dove arabi, normanni, ebrei e popolani
del luogo sono costretti a coabitare in un groviglio d’interessi
politici-economici, immersi in un coacervo di odio razziale e religioso, che
dalle cospirazioni sfocerà in più rivolte per la conquista del potere. In
questo scenario Orsello di Godrano inseguirà la gloria, l’amore, la fama,
sfidando più volte Guglielmo I, stringendo alleanze basate sui solidi
sentimenti dell’amicizia e della lealtà. Un romanzo straordinariamente moderno
con una ricostruzione storica perfetta, che serba un finale ricco di colpi di
scena inseparabili dalla realtà di un secolo fra i più gloriosi del regno di
Sicilia.
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