martedì 28 novembre 2023

Luigi Natoli: L'attentato a Giovan Luca Squarcialupo nella chiesa dell'Annunziata. Tratto da: Squarcialupo. Romanzo storico siciliano.

Quando Giovan Luca Squarcialupo giunse alla chiesa dell'Annunziata, trovò piena di gente non solo la navata destra, ma anche la parte superiore della navata di mezzo. Gli fecero largo per farlo passare co’ suoi amici; ma si richiusero dinanzi ai popolani, che rimasero accalcati nella parte inferiore della navata di mezzo. Dorotea non potè penetrare; si rannicchiò in un canto, presso la pila dell’acqua benedetta cercando di vedere dove fosse Giovan Luca.
Egli si era avvicinato all’altare maggiore, dove erano i nobili invitati al convegno. Vi era Guglielmo Ventimiglia, Pompilio Imperatore, Francesco e Cola Bologna, Alfonso Saladino, Pietro d’Afflitto, Giovanni Antonio Postella, Girolamo Imbonetta e altri signori, che egli ravvisò a uno a uno. Rivoltosi a Guglielmo Ventimiglia:
- Magnifici signori, il luogotenente generale questa notte è fuggito; e questa fuga non si spiega, quando egli avrebbe dovuto ratificare i nostri accordi. Se io non avessi a cuore la pace della città mi asterrei da ogni trattativa; ma noi dobbiamo con o senza l’approvazione di lui, fondare la pace degli animi sul buon governo e sulla libertà.
- Ascoltiamo la santa messa – disse Guglielmo Ventimiglia – il Signore Iddio e la Santa Vergine ci ispireranno. Prendiamo posto.
Uscì la messa.
Guglielmo si messe in prima fila, e accanto a lui volle Squarcialupo: di qua e di là Cristoforo Di Benedetto e Alfonso La Rosa. Dietro a loro si posero i nobili: Pompilio Imperatore era dietro a Squarcialupo; Nicola Bologna dietro a Cristofaro Di Benedetto, Pietro d’Afflitto dietro ad Alfonso La Rosa; gli altri fiancheggiavano e seguivano. Tutti stavano in ginocchio divotamente. Cominciò la messa: nel gran silenzio diffuso per la chiesa s’udiva il biascicare del celebrante, ora più alto, ora più basso e le risposte del sagrestano, più argentine e chiare.
Ma quel silenzio avea qualche cosa di cupo, di misterioso: c’era nell’aria il senso di una aspettazione pavida e irrequieta; in quei volti che pregavano qualche cosa di duro, che contrastava con la luce mistica di un raggio di sole che penetrando da una finestra illuminava il Cristo sull’altare.
- Sanctus: sanctus sanctus Deus Sabahot, invocò il sacerdote; fra squilli di campanello; e l’invocazione fu ripetuta con un mormorio sommesso e quasi trepidante.
Ora il frate si apprestava alla consacrazione, chiuso sull’altare, compreso dell’alto mistero che si compiva; il campanello squillò un’altra volta; egli lentamente sollevò l’ostia. Allora Guglielmo Ventimiglia alzò le braccia, e nel silenzio gridò:
- Dio ci assista!...
Tre uomini balzarono in piedi, tre lame balenarono; tre gridi ferirono l’aria; un gran clamore come lo scoppio improvviso d’un uragano, scosse la chiesa: il frate lasciò cadere l’ostia, si voltò…


Luigi Natoli: Squarcialupo – Opera inedita. Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1517, quando Giovan Luca Squarcialupo, patriota, sognò e realizzò anche se per poco, un governo repubblicano. L’opera, mai pubblicata in libro, è costruita e trascritta dal romanzo originale, pubblicato a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1924.
Copertina di Niccolò Pizzorno 
Pagine 684 – prezzo di copertina € 24,00
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