lunedì 24 ottobre 2022

Luigi Natoli: Il magnifico signor Antonio Barresi, barone di Militello: un Otello siciliano. Tratto da: La Baronessa di Carini e altri fatti di sangue.

Cavalcava nel cuor della notte, solo, fra le orride gole dei monti e le pianure interminate; attraversava boschi aspri e selvaggi e campi di frumento ancor tenero; e al trotto concitato del suo cavallo fuggiva un cerbiatto, spiccava il volo una upupa, s’appiattava un lepre. Né la paura di incogliere nei malandrini che infestavano le campagne, né la stanchezza, il bisogno di dormire o di rifocillarsi arrestavano il suo viaggio. L’idea che lo tormentava, l’ira e il dolore che gli sconvolgevano l’anima, gli infondevano una lena e un vigore straordinario.
Egli non vedeva nulla intorno a sé; gli alberi, le rocce, le torri sparivano come fantasmi da un lato e l’altro della via; un bisogno solo urgevagli: arrivar presto, improvviso nel castel di Militello, piombar nelle stanze, come un fulmine, e infrangere la vita di coloro che avevano infranta l’anima sua. 
Non vedeva che il suo castello, il magnifico signor Antonio Barresi, e nel castello non vedeva che una camera, e in quella camera non vedeva svolgersi che una scena, una orribile scena!... E spronava il cavallo, che sbuffava e nitriva dolorosamente, affranto da quella corsa continua di dodici ore. 
Pure, talvolta, il barone Antonio Barresi dubitava.
- Possibile?... ma è possibile? – si chiedeva affannosamente – Come? Quando? Perché? – E ritornava con la mente a ripetersi il fatto che gli era stato svelato da quella lettera infame. Egli era arrivato da un giorno a Palermo dall’Aragona, dove era stato per ambascerie presso il re Giovanni: ed ecco che gli recarono una lettera: da chi era scritta? Dai suoi fratelli, proprio eran essi firmati giù, sotto l’accusa formidabile: “don Niccolao, don Luigi”... E se i suoi fratelli mentivano?... Mentire? E per qual ragione? Che cosa potevano aver loro con donna Aldonza? Doveva esser vero... Vero?!... Morte e dannazione!... Oh perché invece di scrivergli quella lettera, essi, i suoi fratelli, non piantarono uno stile nel cuore di quei turpi traditori? 
Pure la lettera non recava alcun particolare, alcuna prova... nemmeno un indizio; l’accusa era breve e laconica “mentre voi andate nelle Spagne pel servizio di Sua Maestà, donna Aldonza vi tradisce vergognosamente col segreto”. E col segreto poi! un vassallo, un servo, un miserabile! Oh quale ondata di fango insozzava le sbarre di argento del suo scudo!...
E mentre pensava, mentre tutti questi dubbi gli tumultuavano nell’anima, e ruggivano mille passioni nel suo petto, egli stringeva le redini nel pugno nervoso, ficcava gli sproni nel ventre del suo cavallo, e lo spingeva al galoppo. E il generoso animale, sbuffando, nitrendo, fremeva, spumeggiava e galoppava. 
Certo fu spaventevole l’ingresso del barone Antonio Barresi nel suo castello. Il Bellopede era legato sul dorso di una mula, livido e pesto, dietro venivano i familiari del barone con la fronte bassa, tremanti, muti, atterriti dalla collera del padrone. Donna Aldonza, che aveva veduto venire la comitiva, ed era venuta a pie’ della scala a ricevere il suo signore e marito, visto il Bellopede in quello stato, levò un grido di spavento. 
Antonio Barresi sorrise ferocemente. 
- Ve lo riconduco, donna Aldonza, non certo come speravate voi!
Ella guardò il marito, senza intendere nulla, e lo seguì nelle stanze, mentre due schiavi, due mori alti e robusti, toglievano Bellopede dalla mula e lo trasportavano nella soffitta della gran torre. 
Calava già il sole dietro i monti, e spandeva una luce sanguigna per tutta la campagna. Le mura del castello rosseggiavano tristamente; ed intorno ad esse pesava un silenzio fosco e pieno di paure. Sulla terrazza della gran torre, Antonio Barresi aveva fatto trascinare il povero segreto. 
- Ebbene, Bellopede, non sei tu commosso del grido di dolore della tua padrona?
Bellopede non rispose; soffriva orribilmente per le staffilate ricevute la notte innanzi e per le torture inflittegli dal padrone lungo il viaggio. 
- Non rispondi, Bellopede?... Vuoi tu che chiami donna Aldonza?... E dimmi dunque... non sei stato tu felice?
Bellopede guardò il padrone fisso negli occhi; misurò lo stato in cui si trovava; comprese che la morte lo attendeva, e allora, il desiderio di vendicarsi gli accese sinistramente gli occhi; volle, morendo, vibrare un colpo di pugnale nell’anima del padrone, e sorreggendosi sui pugni, levata in alto la faccia rispose: 
- Io non ho commesso tal peccato, o signore, e non m’è venuto in mente di commetterlo; ma se l’avessi fatto, giuro a Dio, che ritornerei volentieri a farlo!...
Quella fu una terribile notte: quando il misero avanzo di Bellopede compiè il giro delle strade di Militello, insanguinando le rocce e i ciottoli, tra gli urli degli schiavi ebbri pel feroce spettacolo, e fu abbandonato sullo stradale come una carogna; e quando si spense nella campagna deserta l’ultimo ululato di disperazione della povera madre, impazzita da quella orrenda catastrofe; il magnifico signore Antonio Barresi ritornò al castello, dove donna Aldonza, muta, esterrefatta, chiusa nella sua camera, attendeva la spiegazione del terribile mistero...


Luigi Natoli: La Baronessa di Carini e altri racconti con fatti di sangue. Raccolta di leggende a sfondo storico trascritte dal volume originale Storie e leggende, pubblicato in Palermo dalla casa editrice Pedone Lauriel nel 1892. Alla raccolta è stata aggiunta la novella "La signora di Carini" pubblicata nel Giornale di Sicilia nel 1910 con pseudonimo di Maurus, "Un poemetto siciliano del secolo XVI" estratto dagli Atti della reale accademia di scienze, lettere ed arti di Palermo (serie III - vol. IX - Palermo 1910) e "Storia della Baronessa di Carini (sec XVI) estratto da "Musa siciliana" con note dell'autore - Casa editrice Caddeo 1922. Il volume raccoglie quindi, a parte le altre leggende su famosi "casi" siciliani come "Il caso di Sciacca" o dei "Santapau" tutto quanto Luigi Natoli scrisse sul famoso "caso" della Baronessa di Carini.
Pagine 310 - Prezzo di copertina € 21,00
Copertina di Niccolò Pizzorno 
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
Disponibile su tutti gli store online e nelle migliori librerie. 

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