giovedì 20 ottobre 2022

Luigi Natoli: Giovanna di Saint-Remy de Valois. Tratto da: Cagliostro e le sue avventure. Romanzo storico siciliano

Mentre io ero a Bordeaux, si ordiva a Parigi la tela di un intrigo, il cui epilogo doveva empire di rumore l’Europa, per un gran processo, nel quale io fui, senza alcuna ragione, e per malvagità altrui, coinvolto e travagliato.
Ne fu protagonista quella contessa de la Motte, che il cardinale m’aveva presentato a Strasburgo nel 1781, della cui vita voglio qui, per memoria del singolare personaggio tracciarvi quanto venne a conoscersi durante il famoso processo. 
La contessa de la Motte si chiamava Giovanna di Saint-Remy de Valois. Il nome de Valois non era tolto a imprestito; suo padre discendeva in linea retta mascolina da quell’Enrico di Saint-Remy, che il re Enrico II ebbe dalla baronessa Nicoletta de Savigny, e che riconobbe come suo figlio. Il padre di Giovanna era Giacomo, barone di Luz e Valois. Egli sedusse e poi sposò una contadina Maria Iassel, che serviva nel castello. N’ebbe quattro figli: Giovanna era la seconda, l’ultima era Margherita Anna, minore di due anni e mezzo o tre. 
Il barone possedeva un castello a Luzette; ma la moglie era una dissipatrice e lo ridusse al verde; i figlioli crebbero senza alcuna educazione, abbandonati a sé stessi, quasi selvaggi. Giovanna dovette acconciarsi ad accompagnare il gregge alla pastura, a piedi nudi, coi capelli arruffati, ricompensata dalla madre a colpi di forca. 
Venduto l’ultimo lembo di terra, l’ultimo mattone del castello, cacciati via dai creditori i Saint-Remy, a piedi abbandonarono Luzette, e dopo qualche pietosa avventura giunsero a Parigi; ma non trovando di che vivere si ritirarono a Boulogne. 
Ivi Maria Iessel mise a profitto la sua bellezza di contadina robusta e avvenente. Trovò un soldato, certo Raymond, sardo, se ne fece l’amante, e cacciò via il marito che era ammalato. Giacomo di Saint-Remy e Valois, raccolto dalla pietà di qualche passante, fu condotto a Parigi, ricoverato all’Hotel-Dieu, dove morì di malattia, di miseria, di dolore. 
La coppia bestiale e delittuosa sfogò il suo odio sui poveri fanciulli. Raymond legava Giovanna ai piedi del letto, e la madre la batteva con una verga, che spesso si rompeva nelle tenere membra della piccina. 
Poi un giorno le due piccine Giovanna e Margherita Anna furon cacciate. Giovanna si pose in collo la sorellina, e andò per le strade elemosinando: 
- Date per carità un soldo a una fanciulla che discende dai Valois!... 
- Fate l’elemosina a una figlia di Valois. 
La gente rideva, e ingiuriava; le due fanciullette lottavano con la miseria e con la malvagità altrui. 
Un giorno del 1763 esse si trovavano presso una villa della marchesa di Boulainvilliers, nei dintorni di Passy. Questa dama udì il grido della piccola Giovanna; non rise; le domandò chi fosse; e saputo tutto, prese con sé le due abbandonate, e le portò in un istituto di educazione a Passy. Qualche anno dopo Margherita Anna morì di vaiolo. 
A quattordici anni Giovanna fu tolta dall’istituto e collocata a Parigi presso una delle grandi sarte: ma ella non era nata per un mestiere o per soggiacere a una disciplina. Il suo sangue si ribellava. Aveva bisogno di aria, di libertà, di agire. Ogni tanto la marchesa di Boulainvilliers la conduceva in sua casa; Giovanna fu a volta a volta lavandaia, stiratrice, cuciniera, tutto, salvo che felice e considerata per la sua origine. 
In questo tempo la marchesa volle conoscere se veramente Giovanna era una Saint Remy de Valois; e assicuratasene, fece venire a sé un’altra sorella di Giovanna, Anna Maria, che era in casa di un antico fattore del barone, e pose le due ragazze nel pensionato dell’abbadia di Verres, per educarvisi come nobili fanciulle, e ottenne dal re Luigi XVI una pensione per collocare le due fanciulle nel convento di Longchamp, dove erano allevate le principessine e le duchessine. 
Giovanna aveva allora circa vent’anni, ed era bella; Anna Maria ne aveva diciassette ed era bella anch’essa. Quando la marchesa, nelle solennità le conduceva a Passy nella sua villa, le due fanciulle erano circondate e insidiate da tutti i giovani eleganti, e bevevano le frasi sensuali d’uso in quei tempi di frivoli amori, e vedevano un nuovo mondo schiudersi dinanzi ai loro occhi avidi. Il matrimonio della figlia della marchesa finì con incantare le due fanciulle, che allora rifiutarono di prendere il velo...


Luigi Natoli: Cagliostro e le sue avventure. Romanzo storico siciliano. 
Il volume, restaurato dal titolo all'indice, è la ricostruzione del romanzo originale pubblicato a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1914.
Pagine 884 - Prezzo di copertina € 25,00
Copertina di Niccolò Pizzorno. 
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
Disponibile su tutti gli store di vendita online e nelle migliori librerie. 

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