Per la stanza si diffuse un senso di pavido stupore all’annunzio della
improvvisa sventura scatenata sulla città: e tutti si strinsero intorno a
Giovanni, che, buttando il cappello sopra una seggiola con collera pensosa,
aveva portato la notizia.
- Colera? dove? quando? chi glielo aveva detto? Al Borgo da due
giorni; e avevano celato la notizia, gli assassini! – Ma era poi vero? In
quella stagione le coliche erano frequenti. L’anno innanzi non ne aveva forse
patita una don Giuseppe, che Dio ne scampi? – Don Giuseppe, che era rimasto,
allibito, si attaccò a questa speranza, e rincalzò che non era possibile con
tanti provvedimenti del Magistrato di Salute che il colera fosse entrato in
Palermo; dovevano essere voci messe in giro dai soliti mali intenzionati, che,
purtroppo! ce n’erano.
- Carbonari! – mormorò padre don Ciccio, che s’era sentito sommuovere
il ventre enorme.
Ma Giovanni stizzito gridò:
- Ma che Carbonari! che malintenzionati! che coliche! Si tratta di
colera. Due morti al Borgo: due che avevano avuto pratica col capitano dell’
“Archimede”... L’han dichiarato i medici che han fatto l’autopsia, per ordine
del Magistrato di Salute. Capite? Volete che i medici, e che medici! si siano
ingannati? È colera!... È il regalo che ci ha fatto il Re!...
- Il Re! il Re! – brontolò lamentosamente protestando don Giuseppe –
non metterci di mezzo il Re!... Che c’entra lui?
- E che c’entro io? – ribattè Giovanni. – Chi ha ordinato che si
togliessero i cordoni sanitari? Chi ha ordinato che si ammettessero in libera
pratica i bastimenti di Napoli? Ma per Cristo; piuttosto che morire sul pitale,
morremo sulle barricate!
- Vuoi star zitto? – gridò don Giuseppe spaventato. – Che discorsi son
codesti? Vuoi tirarci addosso qualche altro guaio con la Polizia?
- E ce ne può essere uno peggiore di questo? Ma non capisci che si
vuole la distruzione della Sicilia?Allora la vecchia serva, che era rimasta fin lì a bocca aperta,
guardando or l’uno or l’altro, cominciò a picchiarsi le tempie gemendo:
- Amari noi! Amara me!... Madonna del Carmine, aiutateci voi!
Parve che non s’aspettasse altro: gemiti, lamenti, invocazioni fino
allora trattenuti irruppero: donna Caterina battendo ad intervalli le palme,
dondolando il capo, a ogni battuta ripeteva: - E come faremo? – Le fanciulle
mugolavano come cagnolini, nonna Angelina biascicava preghiere; Rosalia
guardava pallida e stupita con i grandi occhi che non conoscevano lacrime.
Padre don Ciccio che per la paura e lo sbalordimento era rimasto in
mezzo alla stanza, con l’ampio fazzoletto turchino in una mano, e fra le dita
dell’altra la presa non annusata, disse con tono cadenzato come fosse stato in
chiesa – “A peste Libera nos, Domine!”.
- Schioppettate ci vogliono! – esclamò Giovanni, che passeggiava
concitato, – non piagnistei e invocazioni. Schioppettate!...
- Ma finiscila! – urlò più stizzoso don Giuseppe.
Luigi Natoli: I morti tornano... Romanzo storico siciliano.
Pagine 384. Prezzo di copertina € 22,00
Copertina e illustrazioni di Niccolò Pizzorno
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it. Consegna a mezzo corriere in tutta Italia.
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