lunedì 27 giugno 2022

Luigi Natoli: Manifestazioni di penitenza. (A proposito di annate aride...) Tratto da: Palermo al tempo degli Spagnoli 1500-1700

Ora voglio raccontarvi una delle manifestazioni di penitenza, che avevano luogo quando una sciagura minacciava la città, e per essere più chiari, quando la carestia si affacciava paurosa; il che avveniva più spesso che non si creda. 
Nel 1647 l’annata arida e sconsolata aveva disseccato i frumenti; le provviste del Senato erano consumate; navi cariche non ne venivano; il popolo non trovò altro rimedio che rivolgersi a Dio, con processioni di penitenza. Ho detto il popolo, ma bisogna dire anche il clero. 
Era Vicerè il Los Velez e arcivescovo don Ferdinando Andrata, che decisero di trasportare dalla Cattedrale alla Chiesa di San Giuseppe, il Crocifisso miracolosissimo sopra tutti i Crocifissi, perché dicono e spergiurano che fu scolpito da Nicodemo su Gesù quando lo discesero dalla Croce; e il 3 di maggio, con gran pompa, seguito da tutti i nobili e da mercanti e dal Vicerè, fu portato dai confrati di Piedigrotta, alla sua nuova provvisoria sede. Erano tutti scalzi e coronati di spine. Da allora cominciarono le processioni di penitenza. 
Prima i Carmelitani della Chiesa di Montesanto, che si trascinarono tremila uomini, alcuni lacerandosi con battiture, altri portando grosse croci sul dorso; due si piegavano sotto un legno pesante, che alle estremità dei bracci era reso più pesante da grosse pietre. Un altro era da capo a piedi rivestito di spine: un altro andava colle mani legate a un grande sasso che gli batteva ritmicamente le gambe. 
Poi vennero i Carmelitani della Casa principale a Ballarò, e i loro confrati si battevano colle discipline, e uno di essi si faceva tirare da otto uomini, stando disteso per terra, sopra una scala a pioli. 
I nobili della Compagnia della Pace, dentro da Chiesa di San Giuseppe si trascinarono per terra. Della compagnia dei Maggiordomi, uno andava carponi con basto da mulo addosso. Le prostitute avevano un usbergo d’acciaio: i confrati di San Lorenzo e quelli di Sant’Onofrio si trascinavano in chiesa in ginocchio; e le verginelle, ossia le orfane raccolte in un ospizio, andavano col viso velato. E tutti erano coronati di spine con corde al collo, e si battevano a sangue. 
Ma quelli che furono “riguardati con somma pietà e tenerezza” – dice l’Auria – furono i padri di San Nicolò Tolentino, perché uno di essi aveva il collo stretto in un cilicio e due altri erano così fortemente coronati di spine che “correva molto sangue.” Uno dei confrati aveva nelle carni nude infisse delle tenaglie! E dietro a loro veniva sopra una bara, la Madonna, che versava latte dalle due mammelle scoperte, e un filo ne cadeva sopra un pane tenuto da San Nicolò, e l’altro sopra un mazzo di spine, tenuto da Santa Monica. Quando poi entrò nella chiesa di San Giuseppe, la Madonna, passando dinanzi al Crocifisso, per mezzo di fili, s’inchinò tre volte!!!
E i Cappuccini? Andarono vestiti di sacco nero, con uno innanzi che sonava la tromba lugubremente, che pareva quella del Giudizio finale; e il superiore dei confrati era legato in una grossissima corda tenuta dai congiunti, e dietro a lui veniva la bara con Gesù che scagliava tre fulmini, e San Francesco e la Madonna lo supplicavano di aver pietà! 
Nel mese di marzo del 1688 si fecero le processioni di penitenza, che durarono otto giorni, dal 27 di marzo al 3 di aprile, e vi presero parte dodici conventi, seicento preti, ottanta confraternite e due congregazioni; e i conventi non erano tutti. 
(Nella foto il Crocifisso oggi esposto in Cattedrale)


Luigi Natoli: Palermo al tempo degli Spagnoli 1500-1700. Opera inedita.
Argomenti trattati: La città – Il governo – L'amministrazione – Il popolo – Il Sant'Offizio – Il clero e le confraternite – La giurisdizione e l'arbitrio – Le maestranze – Le rivolte – Le armi e gli armati – Le scuole e i maestri – La stampa – Gli usi e costumi delle famiglie – La vita fastosa – La pietà cittadina – Teatri e feste – I divertimenti cavallereschi e le giostre spettacolose – Banditi, stradari e duelli.
Pagine 332 - Prezzo di copertina € 20,00
Copertina di Niccolò Pizzorno 
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