mercoledì 17 novembre 2021

Luigi Natoli: Geronimo Colloca, il re della Bocceria... Tratto da: La dama tragica.

Don Francesco uscì dal palazzo, e s’avviò verso S. Domenico, per andare alla loggia dei Genovesi, che era nella piazza del Garraffello, dove a quell’ora s’adunavano i mercanti. Erano le logge allora quel che oggi presso a poco sono le borse; ma con un campo di operazioni più largo, perchè vi si trattavano tutte le faccende di commercio: dalle granaglie alle stoffe: e vi si contraevano mutui e scambi e vendite. Tutta una folla di faccendieri, di mediatori, di procaccianti si aggirava intorno ai vari banchi, dietro i quali sedevano gravemente i mercanti coi loro commessi, con le bilancette per pesare le monete d’oro e d’argento. Qua e là gruppi e capannelli di gente che confabulava sottovoce, per contrattare, per dare il prezzo; e in giro, fra un banco e l’altro, fra un capannello e l’altro qualche figuro, losco e fosco, con un gran ciuffo di capelli sulla fronte, un grande spadone ai fianchi; la guardatura di chi fruga e cerca leggere in viso o cogliere al movimento delle labbra le parole susurrate a voce bassissima.
Erano malandrini che vivevano di scrocchi e di imposizioni, e fiutavano gli affari, e al momento opportuno si avvicinavano o al banchiere o al compratore, e pretendevano e ottenevano un regalo proporzionato alla somma. Nessuno si rifiutava. Rifiutarsi equivaleva esporsi alle rappresaglie e alla vendetta, che potevano anche arrivare con una coltellata, di notte, a tradimento. Erano i re dei mercati e delle logge. Chi non voleva impicci, chi desiderava vivere in pace, e meritarsi la protezione di questi ricattatori, pagava un tanto al giorno o alla settimana, sui propri guadagni. Il malandrino così stipendiato accordava la sua protezione al banco o alla bottega; e nessuno si rischiava di rubarla.
La giustizia più volte aveva cercato di purgare la città di questa lebbra; e i Vicerè avevano moltiplicato i bandi; ma invano. Quando qualcuno di questi malandrini era colto, non mancavano protettori che lo sottraevano alla meritata punizione. Erano grandi e potenti signori che si servivano assai spesso dell’opera di quelli, per esercitare qualche vendetta o per cavarsi qualche capriccio, senza correre alcun rischio. Una manciata di pezze d’argento, e il malandrino serviva scrupolosamente. Tornava il conto dunque di sottrarli, alla giustizia, per averli sotto mano e non essere denunciati.
Marcantonio Colonna aveva anche lui cercato di sbarazzare la città di questi malandrini. L’anno innanzi, nel mese di agosto ne aveva fatto impiccare uno, a una forca altissima. Si chiamava Geronimo Colloca, e aveva stabilito il suo dominio nella piazza ciel mercato, sì che lo chiamavano il Re della Bocceria...
(Nella foto dipinto di Bartolomeo Passerotti) 


Luigi Natoli: La dama tragica – Romanzo storico siciliano ambientato a Palermo nel 1560, al tempo del vicerè Marco Antonio Colonna, di donna Eufrosina Corbera e della loro storia d’amore.
L’opera è la trascrizione del romanzo originale pubblicato dalla casa editrice La Gutemberg nel 1930.
Copertina di Niccolò Pizzorno 
Pagine 604 – Prezzo di copertina € 24,00
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