Era un bel vecchio, alto, magro, con una lunga barba
bianca sul petto, i capelli rasi, sotto il turbante; vestito di un caftau
turchino, stretto ai fianchi da una sciarpa color chiaro di luna. I suoi occhi
rotondi, dentro le larghe e profonde occhiaie, avevano un lucciare come di
febbre; e quando si fissavano sopra alcuno, mettevano una specie di rimescolio
nel sangue, uno strano e indefinito sgomento. Il suo nome, era veramente
Giafar; ma lo intendevano con quel soprannome Abu-al-garaniq, che era già un
indizio della scienza che egli professava, e per cui era conosciuto:
Abu-al-garaniq infatti significa Quello delle gru. Giafar era esperto di
scienze occulte; era astrologo, alchimista, e prevedeva il futuro, leggendolo
negli astri, nel volo e nel canto degli uccelli nei casi della vita stessa. Una volta, cosa non consueta nel
cielo di Palermo passò uno stuolo immenso di gru, a triangolo, gridando, con
uno stridore di carrucole arrugginite. Giafar salito sul terrazzo, interrogato
il volo, il numero, la direzione dello stuolo, e non si sa quali altri indizi,
previde che in quel giorno il glorioso e potente sopra i re, Ruggero principe
di Sicilia, sempre laudato, conquistava alla sua corona Tripoli e il territorio
fino a Cirene. Poichè le notizie giunte dopo, confermarono il pronostico,
Giafar fu soprannominato Quello delle gru, che in linguaggio arabo suona
Abu-al-garaniq.
Giafar era un buon musulmano,
pio, devoto, osservatore scrupoloso dei precetti del Corano. Per quanti torti
avesse Abd-Allah agli occhi suoi, era pur un credente in Allah, ed egli aveva
l'obbligo di soccorrerlo.
"Tu
hai tradito la nostra fede; tu hai abbandonato il campo seminato di grano, per
entrare in quello intrigato di spine e di gramigne. Hai dimenticato i nostri
padri, che già diffusero tra le terre dei Rumi il terrore del leone dell’islam;
e ti sei avvilito fra gli infedeli, nati per servire. Che fede vuoi che io ti
aggiusti? Troppe ingiurie ci sono recate; e troppo i patti sono stati violati;
ma non da parte nostra. Al tempo di Ruggero, gloriosa spada dei Rumi, noi
potevamo rimpiangere il perduto dominio; ma almeno eravamo liberi e pari ai
nazareni: avevamo i nostri cadì, i nostri ulema; i nostri fondachi abbondavano
di ogni bene che Allah dispensa ai credenti; i nostri savii ornavano la reggia,
i nostri artefici pieni di ingegno meraviglioso fabbricavano pel re congegni
mirabili per distinguere le ore, e per scoprire i misteri degli astri; i nostri
filosofi e dottori disputavano coi filosofi dei Rumi; e nessuno meglio di noi
leggeva il gran savio Aristotele; nessuno meglio dei nostri commentava
Ippocrate. Allora Edrisi scriveva il suo magnifico Sollazzo, che abbraccia il mondo, opera che nessuno aveva composto
prima, e comporrà in appresso. E il re dei cristiani, il potentissimo Ruggero,
sul quale piovvero tutte le misericordie di Dio, onorò i nostri saggi; ne seguì
i precetti, usò le nostre vesti, il nostro linguaggio, ebbe cari i nostri
artefici. E le nostre campagne, i nostri mensil, i nostri rahat?... Ma ora? Ora
è tutto mutato; pare che si prepari un’era di servitù; forse per punire la
nostra viltà. Noi perdemmo lo stato perché fummo divisi e discordi; ora
perderemo la libertà perché siamo vili!... Che cosa vuoi? Della viltà nostra,
ecco, tu sei un esempio: tu, per viltà hai tradito la tua stirpe, la tua fede.
Il guadagno e la paura hanno piegato l’animo tuo, come il vento piega il giunco
nello stagno. E ora vieni fra noi, e ci domandi di stringerci intorno al re.
Perché dobbiamo stringerci intorno a lui? egli non ci darà quello che abbiamo
perduto e che ci è stato tolto: lascia stare, gaito; noi faremo quello che
vorrà Allah".
Luigi Natoli: Gli ultimi saraceni. Opera inedita. Romanzo storico
siciliano ambientato a Palermo al tempo di Guglielmo I e di Matteo Bonello.
L’opera, mai pubblicata in libro, è la trascrizione fedele dell’opera originale
pubblicata a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1911.
Il
volume include da una ancor più rara ode a Willelmo
I composta dall'autore nell'aprile del 1881.
Copertina e disegni di Niccolò Pizzorno
Pagine 719 – Prezzo di
copertina € 25,00
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i volumi della Collana dedicata alle opere di Luigi Natoli sono disponibili al
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