martedì 22 giugno 2021

Luigi Natoli: L' astrologo Giafar e il suo discorso sul re Ruggero. Tratto da: Gli ultimi saraceni

Era un bel vecchio, alto, magro, con una lunga barba bianca sul petto, i capelli rasi, sotto il turbante; ve­stito di un caftau turchino, stretto ai fian­chi da una sciarpa color chiaro di luna. I suoi occhi rotondi, dentro le larghe e pro­fonde occhiaie, avevano un lucciare come di febbre; e quando si fissavano sopra al­cuno, mettevano una specie di rimescolio nel sangue, uno strano e indefinito sgomento. Il suo nome, era veramente Giafar; ma lo intendevano con quel soprannome Abu-al­-garaniq, che era già un indizio della scien­za che egli professava, e per cui era cono­sciuto: Abu-al-garaniq  infatti significa Quello delle gru. Giafar era esperto di scienze occulte; era astrologo, alchimista, e pre­vedeva il futuro, leggendolo negli astri, nel volo e nel canto degli uccelli nei casi della vita stessa. Una volta, cosa non consueta nel cielo di Palermo passò uno stuolo immenso di gru, a triangolo, gridando, con uno strido­re di carrucole arrugginite. Giafar salito sul terrazzo, interrogato il volo, il nume­ro, la direzione dello stuolo, e non si sa quali altri indizi, previde che in quel gior­no il glorioso e potente sopra i re, Rugge­ro principe di Sicilia, sempre laudato, conquistava alla sua corona Tripoli e il ter­ritorio fino a Cirene. Poichè le notizie giunte dopo, conferma­rono il pronostico, Giafar fu soprannomi­nato Quello delle gru, che in linguaggio a­rabo suona Abu-al-garaniq. 
Giafar era un buon musulmano, pio, de­voto, osservatore scrupoloso dei precetti del Corano. Per quanti torti avesse Abd-Allah agli occhi suoi, era pur un credente in Al­lah, ed egli aveva l'obbligo di soccorrerlo. 
"Tu hai tradito la nostra fede; tu hai abbandonato il campo seminato di grano, per entrare in quello intrigato di spine e di gramigne. Hai dimenticato i nostri padri, che già diffusero tra le terre dei Rumi il terrore del leone dell’islam; e ti sei avvilito fra gli infedeli, nati per servire. Che fede vuoi che io ti aggiusti? Troppe ingiurie ci sono recate; e troppo i patti sono stati violati; ma non da parte nostra. Al tempo di Ruggero, gloriosa spada dei Rumi, noi potevamo rimpiangere il perduto dominio; ma almeno eravamo liberi e pari ai nazareni: avevamo i nostri cadì, i nostri ulema; i nostri fondachi abbondavano di ogni bene che Allah dispensa ai credenti; i nostri savii ornavano la reggia, i nostri artefici pieni di ingegno meraviglioso fabbricavano pel re congegni mirabili per distinguere le ore, e per scoprire i misteri degli astri; i nostri filosofi e dottori disputavano coi filosofi dei Rumi; e nessuno meglio di noi leggeva il gran savio Aristotele; nessuno meglio dei nostri commentava Ippocrate. Allora Edrisi scriveva il suo magnifico Sollazzo, che abbraccia il mondo, opera che nessuno aveva composto prima, e comporrà in appresso. E il re dei cristiani, il potentissimo Ruggero, sul quale piovvero tutte le misericordie di Dio, onorò i nostri saggi; ne seguì i precetti, usò le nostre vesti, il nostro linguaggio, ebbe cari i nostri artefici. E le nostre campagne, i nostri mensil, i nostri rahat?... Ma ora? Ora è tutto mutato; pare che si prepari un’era di servitù; forse per punire la nostra viltà. Noi perdemmo lo stato perché fummo divisi e discordi; ora perderemo la libertà perché siamo vili!... Che cosa vuoi? Della viltà nostra, ecco, tu sei un esempio: tu, per viltà hai tradito la tua stirpe, la tua fede. Il guadagno e la paura hanno piegato l’animo tuo, come il vento piega il giunco nello stagno. E ora vieni fra noi, e ci domandi di stringerci intorno al re. Perché dobbiamo stringerci intorno a lui? egli non ci darà quello che abbiamo perduto e che ci è stato tolto: lascia stare, gaito; noi faremo quello che vorrà Allah".

Luigi Natoli: Gli ultimi saraceni. Opera inedita. Romanzo storico siciliano ambientato a Palermo al tempo di Guglielmo I e di Matteo Bonello. L’opera, mai pubblicata in libro, è la trascrizione fedele dell’opera originale pubblicata a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1911.
Il volume include da una ancor più rara ode a Willelmo I composta dall'autore nell'aprile del 1881.
Copertina e disegni di Niccolò Pizzorno
Pagine 719 – Prezzo di copertina € 25,00
Tutti i volumi della Collana dedicata alle opere di Luigi Natoli sono disponibili al sito ibuonicuginieditori.it
È possibile ordinare alla mail ibuonicugini@libero.it, al cell. 3457416697 o inviando un messaggio whatsapp al 3894697296. Consegna a mezzo corriere in tutta Italia
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La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour 133), La Nuova Bancarella (Via Cavour), Nuova Ipsa (Via dei Leoni 71), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi n. 15), Libreria Modusvivendi (Via Q. Sella n. 15)

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