venerdì 21 settembre 2018

Luigi Natoli: Messina e la festa di S. Giacomo - Tratto da I Cavalieri della Stella o La caduta di Messina

Per antica consuetudine, il 25 di luglio, festa di S. Giacomo Apostolo, si apriva in Messina una gran fiera, che durava fino al 15 agosto, giorno dell’Assunta, e festa solenne della città. La franchigia, che per privilegi reali, godeva Messina in quei giorni, faceva accorrere mercadanti, industriali, artefici da ogni parte, allettati dalla esenzione di dogane e di dazi, e di una folla straordinaria di compratori adescati dall’idea del risparmio e della bontà delle compere. La franchigia si estendeva anche alla esportazione dei drappi di seta, fiorentissima e rinomata industria in Messina; onde i mercatanti d’Italia venivano a farvi larghe provviste, per l’eccellenza dei tessuti e il vantaggio dell’acquisto. Per questo la fiera di Messina era diventata famosa e aveva acquistata importanza di grande avvenimento cittadino, al quale la città partecipava in forma ufficiale e con la massima pompa.
La mattina del 25 luglio si apriva solennemente la fiera, con una grande cavalcata, in testa alla quale procedeva un giovinetto di famiglia nobilissima, regalmente vestito, montato sul più bel cavallo che si trovasse, riccamente bardato. Agitava egli nelle mani uno stendardo, segno della conceduta franchigia. Dietro a lui seguivano i Cavalieri della Stella, nella loro più ricca divisa, accompagnati dai valletti, poi i senatori, nelle loro ricche toghe, gli ufficiali della città, le milizie.
Era uno spettacolo magnifico per la ricchezza d’ori e di sete, per numero di intervenuti, per grandiosità d’insieme, che per le vie principali, donde sarebbe passata la cavalcata, traeva il popolo avido di svaghi e di divertimenti, e orgoglioso della sua ricchezza e dei suoi privilegi. A questo, che era lo spettacolo iniziale seguivan poi altri pubblici divertimenti, fino a che non giungevano i memorabili giorni delle feste dell’Assunta, le più grandiose che si celebrassero nell’isola, rivali, per singolarità e dovizia del famoso “festino” di S. Rosalia in Palermo. E feste pubbliche, alternandosi con le private, e i ricevimenti nei palazzi signorili con le serenate a mare, in quelle notti estive bellissime del Bosforo d’Italia, tenevan la città in una febbrile agitazione, eccitavan desideri, la gittavano nel mare dei piaceri, tra i quali pareva annegassero i travagli della vita e le asprezze della povertà del regno.
Naturalmente la fiera, le previsioni sulle mercanzie e sul traffico, le feste, le novità dell’anno, i preparativi di nuovi vestiti, il divisar trattenimenti o svaghi, tutto ciò formava ogni anno il soggetto delle conversazioni di ogni casa patrizia o popolana, sebbene quell’anno corressero tristi previsioni da quindici giorni innanzi. Ma Cassandra Abate non si curava di queste previsioni, e non pensava che alle feste. E perché infatti era uscita in quei giorni dal monastero, se non per godersi la cavalcata, la fiera e le feste dell’Assunta? E di più era quella la prima volta che ella vi assisteva. 


Luigi Natoli: I Cavalieri della Stella o La caduta di Messina. 
Nella versione originale pubblicata a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1908
Pagine 956 - Prezzo di copertina € 26,00
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online. 


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