Giorgio Comito si fece innanzi, gittandosi come una belva
addosso al barone; le due spade scintillarono, guizzarono, sibilarono; Giorgio
Comito con una mossa abilissima disarmò il barone; questi mandò un grido di
rabbia, quegli un grido di gioia, ed allungò una stoccata.
Molte lame nel punto stesso balenarono contro il petto del
barone di Mongellino; ma nel vibrare non i muscoli forti dell’uomo
incontrarono, ma il seno molle e cedevole della signora baronessa.
Ratta come il pensiero, visto il pericolo del marito, ella
si era gittata fra lui e le spade; e, squarciato il petto da cento ferite,
cadde ai piedi di don Gerolamo, e le bianche vesti rosseggiarono di sangue.
E quando la folla abbandonò la torre non più difesa, tra i cadaveri
orrendamente mutilati, giaceva bianca e bella la baronessa di Mongellino; e
anche nella morte ella pareva volesse difendere con le braccia sanguinose il
cadavere del marito....
Luigi Natoli: Il caso di Sciacca.
Tratto da: La baronessa di Carini e altri racconti con fatti di sangue.
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