Il Meccio, anima della
cospirazione e ordinatore del piano, appariva ai due giovani come uno di quei
personaggi maravigliosi dell’antica storia, condottiero e legislatore,
dall’occhio acuto, dallo spirito pronto, dalla mente vasta e capace. Come dubitare
del trionfo?
Ah il bel sogno! Cacciar
gli Austriaci da Palermo, proclamare l’indipendenza e la costituzione, chiamar
tutta l’Isola al riscatto: Messina, Messina stessa fatta più accorta della
esperienza, deposte le antiche sciocche gelosie, avrebbe seguito e appoggiato
il moto di Palermo. E allora Napoli, ancor fremente e mal tollerante
l’occupazione austriaca e il tradimento del re borbonico, si sarebbe sollevata; e da Napoli
il movimento rivoluzionario si sarebbe propagato nello stato della Chiesa; e
poi Milano e Torino, tutta la penisola insomma, scossa da quell’impeto di
tempesta rivoluzionaria, tutta in arme per la libertà!
Nella foto: quarta di copertina del volume: Braccio di Ferro avventure di un carbonaro, I morti tornano..., Chi l'uccise? Tre romanzi del risorgimento italiano. Disegno di Niccolò Pizzorno.
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