martedì 13 febbraio 2024

Luigi Natoli: Una commozione di tenero rimpianto penetra in quei cuori, mentre le mani stringono armi omicide... Tratto da: Alla guerra! Romanzo storico

 
La colonna doveva raggiungere prima dell’alba Rochefort; donde, doveva in ferrovia scendere fino a Marloie, ed aspettarvi ordini. 
Il comando serbava un grande silenzio sulle mosse delle truppe, per paura di indiscrezioni: i soldati non sapevan mai dove eran diretti: gli ufficiali inferiori sapevano il nome dei grandi alti più vicini che si sarebbero trovati sulla direttiva. Rochefort era il primo. Gli ufficiali intelligenti indovinavano in qualche modo qual fosse la meta. 
Del resto che cosa importava saperlo prima? Importava raggiungere un dato luogo a una data ora precisa, senza un minuto di più o di meno, importava ubbidire rigidamente, senza discutere, andare innanzi; uccidere, lasciarsi uccidere... Questa era la guerra; e così bisognava farla: così la facevano i tedeschi... Ne convenivano; ma in Francia ufficiali e soldati, invece discutevano e criticavano... Era il loro difetto. Vecchio difetto. Ma questa volta bisognava discutere meno. 
Intanto altri soldati, presi dal contagio s’eran messi a canticchiar anche loro. La cadenza dei passi segnava il ritmo. S’erano accordati, senza volerlo, per istinto, in un coro sommesso, che pareva venisse di sotterra; pareva la voce della terra dolente, che presentiva l’orrore del sangue; la voce della madre che accompagna il figlio lontano, sul quale incombe la minaccia della morte; la voce della gran pace umana lacerata dallo scoppio delle granate e dalle punte della baionette: ed era anche la voce del paese nativo coi suoi ricordi, con le sue care e tenere ricordanze: la chiesa, il campanile alto ad aguglia, la piazza con la farmacia e la mairie, l’officina del maniscalco e del carradore, la scuola, e più in là il mulino; il vecchio mulino dalla enorme ruota, su la quale precipitava spumeggiando l’acqua; e più in là, nell’aperta campagna, l’opificio, con gli alti camini fumanti. V’era in quel canto come l’eco del suono delle campane all’alba e alla sera; l’eco del martello picchiante sull’incudine; del fischio della sirena… 
E tenere visioni si ridestavano in fondo alle anime. Chi è là? una vecchietta rugosa, sotto la cuffia dalle bianche ali delle donne di Normandia, o quella graziosa e singolare delle donne di Arles. Ella caccia con la verghetta le oche, che si dimenano sulle zampe gialle, crocchiando… Mamma Ghita?... No, non è Mamma Ghita, è invece un volto roseo di giovanetta, ombreggiato da un largo cappello di paglia infiorato di rosolacci. Ella ride… Forse no, ora non ride più: domanda al portalettere se ha una cartolina illustrata di lui… 
Una commozione di tenero rimpianto penetra in quei cuori, mentre le mani stringono le armi omicide. 
- Silenzio! – ordinò l’ufficiale. 
Anche lui pensava; la visione aveva uno sfondo diverso; ma il sentimento che destava era forse il medesimo. 
Il sottotenente Guy Vandois, uscito da Saint-Cyr da un anno, era stato incorporato nel 112° di fanteria di linea, di guarnigione a Parigi; il che gli aveva permesso di continuare a vivere nella casa paterna, e di godersi la vita gaia e turbinosa della capitale. 
Doveva questa sua fortuna alle relazioni del padre, ex sotto-prefetto; il quale, avendo rinunciato a posare la sua candidatura in un collegio elettorale, in favore di uno dei più noti e autorevoli uomini di parte radicale, amico del presidente del consiglio; ed essendosi anzi cooperato, perché l’amico del presidente del consiglio riportasse una votazione quasi plebiscitaria di contro al candidato della coalizione clericale-legittimista e bonapartista, ne aveva acquistato una riconoscente e grande amicizia, che non era stata infeconda di alte e utili relazioni politiche. 
L’on. Cadenat era divenuto così uno degli assidui del circolo di madama Vandois, che, non ostante i suoi quarantadue anni, era una donna piena di attrattive e ancora piacente. 
Guy aveva potuto, in grazia dell’interesse materno, e per le intercessioni di M.Cadenat, ottenere di restare a Parigi; fortuna invidiatagli dagli amici, che, naturalmente, per vendicarsi un po’, attribuivano alle grazie di madama Vandois l’efficacia delle raccomandazioni. 
La guerra aveva colto Guy improvvisamente, in mezzo alla sua vita gaia e spensierata...


Luigi Natoli: Alla guerra! Romanzo storico ambientato nel Belgio e nella Francia della prima guerra mondiale. 
L'opera, raccolta per la prima volta in libro, è la fedele trascrizione del romanzo originale pubblicato a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1914. 
Pagine 950 - Prezzo di copertina € 31,00
Copertina e illustrazioni di Niccolò Pizzorno
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia, sconto 15)
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