mercoledì 7 febbraio 2024

Luigi Natoli: Carnevale. Tratto da: Almanacco del fanciullo siciliano. Libro sussidiario di cultura regionale e nozioni varie.

Febbraio è il mese del carnevale.
Che cos’è il carnevale?
È un periodo di giorni, nei quali, per antichissima usanza, è permesso agli uomini di mascherarsi, di travestirsi buffonescamente, e di far baldoria per le strade.
Nelle case si balla. L’ultimo giovedì di carnevale, e gli ultimi tre giorni che seguono (la domenica, cioè, il lunedì e il martedì), che si dicono grassi, la tavola è più abbondante del solito: si mangiano manicaretti e dolciumi speciali; e si beve.
Tirati i conti, che cos’è il carnevale?
Una pazzia che assai spesso finisce con scorpacciate, che ti guastano lo stomaco; e con sbornie, che, se non ti fanno commettere qualche mala azione, ti rendono ridicolo.
Per divertirsi, ha bisogno l’uomo di mettersi un brutto viso posticcio di cartone? di travestirsi da pulcinella, da arlecchino o da antico spagnolo, o, più ridicolosamente, rivoltando il vestito? di mettersi una gobba? di contraffare insomma quelle sembianze che gli diede Dio, e quell’aspetto che gli diede la società in cui vive? e ha bisogno di empirsi il ventre con intemperanza?
Certamente, specie per chi lavora, un po’ di svago ci vuole: ma non c’è bisogno di aspettare il carnevale, e di far pazzie che rovinano lo stomaco. L’uomo può onestamente divertirsi quando vuole, e anche con utile del corpo e dello spirito.
C’è tanti divertimenti, tanti giuochi adatti ai fanciulli, ai grandi! Gare ginnastiche, giuochi col pallone, tiri al bersaglio, gite in campagna, teatri, cinematografi, feste da ballo... Oh non ne mancano, e se ne possono inventare, senza danno della salute, della tasca e del proprio decoro.

Un proverbio dice: Di carnevale, ogni scherzo vale. Il carnevale è infatti il tempo delle burle; e l’usanza vuole che di esse nessuno si tenga offeso; ma non bisogna abusarne. Certo, tra amici e parenti è permessa qualche beffa spiritosa, purché essa non trascenda in villania, non pregiudichi la reputazione, non apporti danno alla roba.
Uno scherzo comune tra i ragazzi è quello di appendere una striscia di carta o un cencio o qualcosa di simile dietro le spalle o alle falde del vestito delle persone, e gridare: 'u calò! Ovvero:  'u calaiu! – come dire ca l’hai. È uno scherzo sguaiato.
Un altro è quello di gittar sulle persone pezzetti minutissimi di carta, che una volta si dicevano pittiddi, mentre ora, che si fanno con lo stampo, a piccoli dischi, si dicono coriandoli; e l’uso s’è propagato. È uno scherzo innocente.
Meno innocente è lo scherzo di far scoppiare, schiacciandoli fortemente dietro le spalle delle persone, gozzi di polli rigonfi d’aria. È poi addirittura riprovevole il far scattare, fra i piedi di chi va, bombette, salterelli carichi di polvere accesa; peggio ancora, incendiare piccoli razzi appesi dietro il vestito delle persone. Non far mai questi scherzi villani, che possono anche recar danno alla salute.
Gli scherzi carnevaleschi, innocenti o no, se si possono tollerare fra uguali, tu non li userai coi vecchi e con le persone autorevoli, che vanno rispettati; ed è sguaiataggine da ragazzacci esporli alle beffe e alle risa altrui.
La vecchiaia è sempre onoranda.


Luigi Natoli: Almanacco del fanciullo siciliano. Libro sussidiario di cultura regionale e nozioni varie. 
L'opera è la fedele trascrizione del volume originale pubblicato dalle Industrie Riunite Editoriali Siciliane nel 1925, corredato con le foto dell'epoca. Attraverso un viaggio immaginario che parte da Catania e finisce a Messina, passando per tutte le città della Sicilia, l'autore spiega ai fanciulli dell'epoca storia, attività economiche, tradizioni e leggende della Sicilia. Una lettura resa piacevole dal modo gentile e semplice con cui il professore Natoli si rivolge ai ragazzi. Il volume è impreziosito dalle foto dell'epoca. 
Pagine 274 - Prezzo di copertina € 19,00
La copertina di Nicolò Pizzorno riproduce esattamente il volume originale. 
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