giovedì 8 febbraio 2024

Luigi Natoli: Spogliati di ogni avere, i Giudei dovevano lasciare la città (L'Esodo) Tratto da: La baronessa di Carini e altri racconti con fatti di sangue.

Oppressi dalla sventura, pallidi, disperati non osavan guardarsi, tanta era l’ambascia che ciascuno provava vedendo nel volto degli altri la propria miseria. E che potevano ormai sperare? L’università di Palermo, con ardito linguaggio aveva protestato contro l’iniqua sentenza che bandiva gli Ebrei dagli stati cattolici. Il Pretore e i Giurati di Palermo, con la tradizionale generosità, avevano chiamato la maestà regale alla osservanza della costituzione e dei capitoli del Regno, l’indipendenza del quale l’atto arbitrario e dispotico veniva a colpire: soli, nell’universale abbandono, si levarono in difesa della razza maledetta; e in nome della libertà dello stato, della religione, degli interessi economici, chiesero la revoca dell’editto. Lo stesso Vicerè don Ferdinando de Acugna sentiva stringersi di pietà: ma i baroni non si mossero dai loro castelli, ma il Parlamento non si riunì per difendere i figli di Giuda: e l’editto non fu revocato.
Spogliati di ogni avere, senza altra ricchezza che una irrisoria elemosina lasciata loro per non morir di fame, i Giudei dovevano immancabilmente lasciare la città il 12 gennaio 1493. Per andar dove? E per vivere come?
Pensava ciascuno entro di sé a questo dubbio avvenire, paragonandolo al passato tranquillo e confidente; e torbide e dolorose visioni passavan per la mente. A un tratto la voce di Moisè Abbanascia disse fiocamente:
- Fratelli!... prepariamoci a questa pasqua del dolore!...
E alzando le mani su tutta la moltitudine aggiunse con voce tremante:
- E Iddio ne protegga!...
Uscirono i Giudei dalla Sinagoga per tornare alle case dolenti, e ciascuno volgevasi con occhi lacrimosi a guardare per l’ultima volta il caro tempio della sua fede, dei suoi affetti, della sua nazionalità.
I cittadini che vedevano passare l’afflitta turba tacevano, e soffocavan nell’anima la pietà, perché non trasparisse di fuori.
Dopo una mezz’ora, le galee con le vele gonfie si mossero, lentamente, dondolandosi, spinte dai remi, che tonfavano cupamente nell’acqua.
Sulla tolda, ritti, i Giudei guardavano la terra, guardavano la gente, guardavano tutto quello che lasciavan per sempre, e allora l’ultima larva di speranza, il miracolo nel quale si rifuggiavano in quel supremo momento, cadde; tutta la grandezza della miseria presente, l’orror dell’avvenire, la felicità passata apparvero, ed un gemito lungo, angoscioso, straziante, risonò fra le vele e le corde delle galee, e un altro gemito ugualmente lungo, angoscioso rispondeva dalla spiaggia...
E nel mentre le navi uscivano dal porto, i famuli del Sant’Officio arrestavano un giovane che aveva sputato in viso a un frate domenicano.


Luigi Natoli: La Baronessa di Carini e altri racconti con fatti di sangue. Raccolta di leggende a sfondo storico trascritte dal volume originale Storie e leggende, pubblicato in Palermo dalla casa editrice Pedone Lauriel nel 1892. Alla raccolta è stata aggiunta la novella "La signora di Carini" pubblicata nel Giornale di Sicilia nel 1910 con pseudonimo di Maurus, "Un poemetto siciliano del secolo XVI" estratto dagli Atti della reale accademia di scienze, lettere ed arti di Palermo (serie III - vol. IX - Palermo 1910) e "Storia della Baronessa di Carini (sec XVI) estratto da "Musa siciliana" con note dell'autore - Casa editrice Caddeo 1922.
Pagine 305 - Prezzo di copertina € 21,00
Copertina di Niccolò Pizzorno
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
Disponibile su tutti gli store di vendita online e in libreria presso: 
La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour e punto vendita centro commerciale Conca d'Oro) La Nuova Bancarella (Via Cavour), Libreria Nike (Via M.se Ugo 56), Libreria Macajone (Via M.se di Villabianca 102), Libreria Forense (Via Maqueda 185). 

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