A un pozzo col pretesto di bere si deterse il viso; e così lavato
attraversò la via Marmorea, piegò per la vanella dei Santi, che conduceva al
Sera del conte Silvestro ed uscì dalla porta del Trabuchetto, che era una di
quelle della città antica o Cassaro. Recenti e copiose piogge fin dal principio
di quel novembre, avevano alimentato le sorgenti del Cannizzaro o fiume di
Maltempo, che scorreva nell’avvallamento fra la città antica e la Nuova. Il
giullare dovette scendere fino a trovare il ponticello che congiungeva le due
rive. Valicatolo, si diresse verso la Giudecca, che era a pochi passi, più a
valle, dall’altra parte del fiumicello. Attraversò la via principale stretta,
sudicia fiancheggiata di bottegucce, che avevano l’apparenza della miseria, e
giunse così allo sbocco del quartiere, quasi sulla piazza o Sucac el Attarin,
cioè mercato di merciai.
Che un frate percorresse il quartiere degli ebrei non era raro: i
frati, specialmente i domenicani, si erano fitti in capo di convertire con ogni
mezzo, anche con le minacce di orrendi castighi, ebrei e saraceni. In questo
avevano buon alleato l’imperatore, che, sebbene per le sue brighe col papa
fosse tenuto per eretico, tuttavia ostentava di mostrarsi zelante della Chiesa
Cattolica; e per smentire quelle accuse, diventava intollerante verso i non
cristiani e gli eretici, e talvolta anche li perseguitava crudelmente.
Il passaggio d’un frate era dunque osservato con diffidenza; e più
d’uno, temendo di essere investito con qualche apostrofe più o meno violenta,
si ritraeva dentro la bottega o la casa. Ma Silvestro non si curava di nessuno;
andò difilato a una bottega di cambiatore, che era allo sbocco della strada,
all’estremo confine della Giudecca. La porta era divisa in due per la sua
larghezza, da un banco di pietra, che lasciava un varco per entrare, chiuso
però da uno sportello, incardinato allo spigolo del banco. Dietro il banco
stava seduto un uomo, intento a pesare in una piccola bilancia una moneta
d’oro.
All’ombra proiettata da Silvestro, egli alzò il capo, ritirando nel
tempo stesso con sollecitudine la moneta, e guardando con malumore e sospetto
colui che veniva probabilmente a fargli qualche intemerata: e aspettò che quel
frate gli rivolgesse la parola. Silvestro disse:
- Apri lo sportello; t’ho da parlare…
Luigi Natoli: Viva l'Imperatore! Romanzo storico ambientato nella Palermo di Federico II.
L'opera è la fedele riproduzione del romanzo originale pubblicato a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1925
Copertina di Niccolò Pizzorno
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia. Contattaci alla mail ibuonicugini@libero.it o al whatsapp 3894697296)
Disponibile in libreria a Palermo presso: La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour), La Nuova Bancarella (Via Cavour), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15), Nuova Ipsa (Piazza Leoni)
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