lunedì 17 gennaio 2022

Federico II e la promessa di liberare il Santo Sepolcro. Tratto da: Viva l'Imperatore! Romanzo storico siciliano

Federico, uscito di minorità aveva già nel 1215 promesso a Innocenzo III di andare a liberare il Santo Sepolcro: ma la necessità di assicurarsi il regno di Germania conteso da pretendenti, e domarvi le ribellioni; di difendersi dalle pretese della Chiesa, che vantando diritti di sovranità sul regno di Sicilia, – che in vero erano ristretti solamente ai ducati della terraferma, – voleva obbligarlo a lasciare questo regno al figlio Enrico sotto un Vicario; le ribellioni dei baroni pugliesi, la sollevazione dei saraceni in Sicilia, la necessità di riordinare lo Stato, di cui Federico ebbe una concezione veramente moderna; tutto ciò aveva impedito a Federico di mantenere la promessa.
Federico non era un avventuriero nè un gran capitano; e dava gran peso alla diplomazia: inoltre voleva nelle cose vederci chiaro. Certo, rialzare la fama del regno in Oriente, riprendere il posto che esso vi aveva conquistato ai tempi normanni era nel suo piano: ma voleva ottenere il maggior profitto col minimo dispendio; e voleva che l’impresa non fosse disinteressata e a profitto di altri.
Sollecitato da Onorio III, venne con lui al trattato in Ferentino, nel marzo del 1223, nel quale trattato il Papa per invogliarlo, l’Imperatore per acquistare un diritto, fu concertato il matrimonio di questo, già vedovo dall’anno precedente, con Iolanda, o, come altri la chiama, Isabella erede del regno di Gerusalemme, e figlia di Giovanni di Brienne. Qui c’era una condizione dinastica presso a poco simile a quelle dell’Inghilterra e dell’Olanda. Giovanni di Brienne era re nominale, perché marito di Maria di Monferrato, erede e regina di diritto; la quale morendo aveva lasciata erede la figlia. Giovanni di Brienne dunque non era più nulla; portava quel titolo di re come una onorificenza: la regina era Iolanda. Sposando Iolanda, Federico prendeva lui questo titolo.
Ogni cosa per la Crociata fu definita nella chiesa di S. Germano il 25 Luglio del 1225: poco dopo l’ammiraglio Enrico di Malta con l’arcivescovo di Capua e altri, partì con quattordici galee per la Palestina: a San Giovanni d’Acri, nella chiesa di S. Croce, diede, per procura, l’anello a Iolanda, che indi fu solennemente coronata a Tivo dal patriarca di Gerusalemme il 9 novembre, essa sbarcò a Brindisi, dove celebrò le nozze con Federico. 
Egli era in diritto ora di chiedere il titolo di re di Gerusalemme; e mandò infatti trecento cavalieri in Siria, quei baroni lo riconobbero e gli prestarono l’omaggio: ma ecco il papa accusar Federico d’ingratitudine verso Giovanni di Brienne, che si fece apparire, falsamente, come spogliato di un regno, che poi non gli apparteneva! Furono nuove brighe. L’imperatore si difese: mandò Tomaso conte d’Acerra come suo baiulo in Palestina, e intavolò relazioni col Sultano di Egitto Malek-Kamel, il quale, avendo brighe col fratello sultano di Damasco, voleva tenersi amico l’Imperatore più potente; e per mezzo del suo ambasciatore Fakr-Eddin, mandò a offrirgli le città sante, che dipendevano da quello: l’Imperatore alla sua volta mandò al Cairo Berardo, arcivescovo di Palermo.


Luigi Natoli: Viva l'Imperatore! Romanzo storico siciliano ambientato all'epoca di Federico II, tra Palermo e le crociate di Gerusalemme. Il volume è la fedele riproduzione del romanzo originale pubblicato a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1925. 
32° volume della Collana dedicata alle opere di Luigi Natoli edita I Buoni Cugini editori 
Pagine 527 - Copertina di Niccolò Pizzorno
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicugineiditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
Disponibile su Amazon Prime, Ibs e tutti gli store online
In libreria presso: La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour), La Nuova Bancarella (Via Cavour), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15), Nuova Ipsa (Piazza Leoni) 

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