lunedì 17 gennaio 2022

Luigi Natoli: Orlando paladino, terrore dei saraceni, saggio quanto valoroso, ama la giustizia... Tratto da: Il Teatro del popolino

Orlando paladino!
Facciamogli largo, perchè la sua spada Durlindana è terribile: spacca una montagna in due, come se fosse un cocomero. È il terrore dei Saraceni, dei ladroni, dei birbanti; perchè è saggio quanto valoroso, ama la giustizia, e non può tollerare le prepotenze. Senza Orlando, Carlo Magno imperatore non varrebbe un fico secco; i Saraceni si piglierebberoParigi, e quel traditore di Gano di Magonza farebbe morire tutto il fiore dei paladini.
Bello Orlando, non è vero? con la sua armatura di ottone nichelato, che pare argento; elmo piumato, con la visiera mobile;corazza, sopravveste verde, gambali, scudo... Ha un occhio storto, ma non monta. Eccolo piantato in mezzo al campo, e sfidare, con un vocione da mettere paura, i Saraceni; ecco avanzarsi Ferraù di Spagna, gigantesco, barbuto e valoroso Saraceno. Ed eccoli l’uno e l’altro scambiarsi male parole, sguainare le spade, e menar colpi terribili, zan! zan!...Elorganino suona qualche cosa che accompagna il ritmo dei colpi.
L’organino? Ah, guarda, eravamo così assorti ad ammirare Orlando che avevamo dimenticato di dire che il terribile paladino non è un uomo d’ossa e di carne, ma un omino di legno; e che il campo, sul quale compie le sue prodezze, è il palcoscenico di un teatrino; il teatrino del popolo, l’opra di Pupi, o semplicemente l’Opra.
I ragazzi del popolo, i monelli di piazza, i contadinelli, che non possono andare nei grandi teatri, dove si cantano le opere e dove bravi attori recitano commedie e drammi, accorrono all’opra, dove gli attori di legno recitano come quelli di carne. Ed essi li conoscono tutti di nome e di qualità: Carlo Magno, Orlando, Rinaldo, Malagigi, Oliveri, Bradamante, Ruggero, Ferraù, il vecchio Sobrino, il re Gradasso... E quando Orlando punisce un birbone, applaudiscono furiosamente;e quando un traditore ne trama qualcuna, essi lo vituperano e gridano alle vittime designate dai traditori, di guardarsi, come se quelle teste di legno potessero veramente sentirli.
Essi amano i valorosi, ma non i prepotenti;amano la lealtà, ma odiano gli ipocriti; amano i generosi, ma vituperano i crudeli e bestiali.
E in quelle storie di paladini, che sanno a memoria, e che vanno a vedere e a udire, trovano esaltati il valore, la lealtà, la generosità, la fede in Gesù, l’amore e la difesa per la patria, la giustizia, la protezione dei deboli; e vedono punite le sopercherie, le violenze, i ladronecci, i tradimenti, tutte le malvagità.
Ed ecco perchè i ragazzetti, i contadinelli, i piccoli operai si appassionano al loro teatro. Perchè le belle azioni, i nobili sentimenti, le virtù umane ci commuovono e ci empiono di entusiasmo, anche se i personaggi sono di legno.
Nella foto (Il paladino Orlando, realizzato dal maestro Vincenzo Argento - Palermo) 


Luigi Natoli, Giuseppe Pitrè: Il teatro del popolino. Raccolta di scritti storici e popolari  sull'Opera dei pupi. 
La raccolta comprende:
di Giuseppe Pitrè"Le tradizioni cavalleresche popolari in Sicilia" (Romania tomo 13, n. 50 - 1884);
di Luigi Natoli:
Il teatro del popolino (Almanacco del fanciullo siciliano - 1925)
L’ Opra (Articolo pubblicato sul Giornale di Sicilia il 21 maggio 1914)
Le tradizioni cavalleresche in Sicilia (estratto da Il Folcklore siciliano 1926).
Copione dell’Opra Fioravante e Rizzeri tratto dall'omonimo romanzo (1936)
Pagine 270 - Copertina di Niccolò Pizzorno
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
Disponibile su Amazon Prime, Ibs e tutti gli store online
In libreria presso: La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour), La Nuova Bancarella (Via Cavour), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15), Nuova Ipsa (Piazza Leoni)

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