mercoledì 26 agosto 2020

Luigi Natoli: Ed i notari? Tratto da: Palermo al tempo degli Spagnoli

Ed i notari? Che rappresentassero il Re, il quale dava legalità ai loro atti e ne conferiva la inviolabilità e la santità, non fa mestieri dirlo. In quel tempo poi le loro attribuzioni erano più vaste; ogni atto della vita pubblica e privata aveva la sua sanzione nell’atto notarile. 
I matrimoni, i contratti, le compre, le vendite, le permute, le successioni, le ricevute, ogni atto della vita richiedeva l’intervento del notaro. Non v’era foro che non avesse un notaro, il quale faceva l’ufficio che fanno oggi i cancellieri dei tribunali. 
Ora una volta venne in capo al Vicerè Villena di pigliarsela col rispettabile ceto dei tabellioni: e che fa? Il 21 maggio del 1609 fe’ buttar bando d’ordine di sua maestà e senza il consenso della città, che tutti i notari dovevano esigere il doppio di quello che esigevano prima, e il più si dovesse versare ogni giorno per sua maestà. Fu una ribellione; i notari si adunarono; v’erano certo i notari Taglianti, Fabio La Farina, Giuseppe Cafora, Lucio Daidone, Baldassarre Zamparone, Piero Paolo, Giuseppe Iorello e altri, e li presiedeva Giacomo Vaccanti, che era il capo del collegio dei notari; e risolvettero di non far nulla del loro ufficio. Addio matrimoni! Addio contratti! Addio tutto! Uno sciopero bello e buono! Il Vicerè se ne trovò imbrogliato. Le sue minacce erano gravi: cinque anni di galera e cinquanta scudi per gli ignobili e duecento scudi e un castello ai nobili: bisognava addolcire. E il 25 seguente mandò altro bando, che confermando il precedente e sotto pena di privarli d’uffizio se non obbedivan, essi potevano pagare al secreto soltanto il giovedì e domenica; in seguito tolse loro la pena della galera e del castello. Ma i notari non smisero; durarono nello sciopero, tanto che il 9 giugno il Vicerè Villena pubblicò un altro bando col quale rimangiandosi il primo abilitava i notari a far come prima. E così ebbe termine la tassa che si disse delle pandette. 



Luigi Natoli: Palermo al tempo degli Spagnoli – Opera inedita, costruita e fedelmente copiata dal manoscritto dell’autore privo di data. È lo studio critico e documentato di due secoli di storia della città di Palermo mirabilmente analizzata da Luigi Natoli con una visione del tutto contemporanea senza trascurar nulla, compresi i particolari, anche i più frivoli.
Argomenti trattati:
La città – Il governo – L’amministrazione – Il popolo – Il Sant’Offizio – Il clero e le confraternite – La giurisdizione e l’arbitrio – Le maestranze – Le rivolte – Le armi e gli armati – Le scuole e i maestri – La stampa – Gli usi e costumi delle famiglie – La vita fastosa – La pietà cittadina – Teatri e feste – I divertimenti cavallereschi e le giostre spettacolose – Banditi, stradari e duelli.
Pagine 283 – Prezzo di copertina € 20,00
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