giovedì 18 luglio 2019

Luigi Natoli: Suruzza!

Pagine 729 - Prezzo di copertina € 25,00

Luigi Natoli fu scrittore e storiografo fecondo e poliedrico. La sua sterminata produzione letteraria spazia dalla pura narrativa alla poesia, critica letteraria, saggistica, storia e storiografia, con numerosi testi scolastici e moltissimi articoli pubblicati su quotidiani e periodici. Ovviamente in questo geniale oceano di scritture non potevano mancare le opere teatrali, ma rispetto ad altri suoi lavori, salvo alcune eccezioni, non furono mai date alle stampe o videro la luce delle scene. Questo volume contiene tutte le opere teatrali scritte in siciliano composte dal grande scrittore palermitano Luigi Natoli e precisamente: SURUZZA! – dramma in quattro atti L’ABATE LANZA - commedia dialettale in tre atti L’UMBRA CHI LUCI - dramma in tre atti QUATTRO CANI SUPRA UN OSSU - commedia in tre atti Nessuna di queste opere è mai stata pubblicata o apparsa in appendice alle pagi - ne del Giornale di Sicilia, come generalmente soleva fare l’autore, e sono sempre rimaste nella loro forma originale di manoscritti, appunti e bozze, oggi fedelmente ricopiati e proposti per la prima volta in assoluto al grande pubblico. Degli inediti di lusso che ci fanno conoscere un altro e nuovo aspetto di Luigi Natoli. Sono opere scritte con gran fatica, perché composte nel mare di difficoltà che avvilirono la vita del letterato e che contesero il loro esiguo spazio ai ritagli di tempo, a loro volta strappati ai suoi studi e attività, ma proprio per questo beneficiarono della massima libertà espressiva non essendo condizionata dalle vicissitudini quotidiane.

Il Natoli in questi lavori per il teatro, mette in atto una ricerca di linguaggio meticolosa, dal pensiero libero e universale che lascia da parte i collaudati meccanismi dell’opera del tempo, di quella siciliana in particolare, e si propone in veste contemporanea fino ad assurgere contenuti universali, nella grande tradizione del teatro che conta. È un siciliano della fine ottocento parlato ancora abbondantemente a Palermo, e che Natoli ben padroneggiava come lingua madre. L’autore lo volle esprimere in tutta la sua forza espressiva e spesso curò nel dialogo l’inserimento di particolari modi di dire, proverbi e motti in uso. (dall’introduzione di Francesco Zaffuto)

“Sono opere che non hanno niente che si rassomigli al teatro siciliano solito a recitarsi, tutto fondato sulla mafia, sulle coltellate, sulla vendetta, con accompagnamenti di urli, contorsioni e deliri più o meno bestiali. Sono commedie senza amori, con adulterii, senza passioni violente;... tantissimi casi comuni della vita ... dove i fatti privati si intrecciano e si fondono organicamente coi fatti della vita pubblica: così da presentare un quadro vivace e fedele della vita dei piccoli paesi.” Da un articolo del Giornale di Sicilia del 1911.

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