Caterina II aveva allora cinquanta anni, ma
serbava ancora la prima bellezza, il che spiegava la facilità con cui trovava i
favoriti. Era grande, bianca, un po’ grassa, ma di aspetto nobile e attraente:
i suoi occhi esprimevano a vicenda il capriccio, la sensualità, la ferocia, che
formavano il fondo della sua anima di femina; e nel tempo stesso l’acutezza,
l’avvedutezza e la volontà di un reggitore di Stato, e la regalità di una
sovrana che sa di avere sotto i suoi piedi milioni di schiavi. In quel tempo, come
ho detto, suo favorito era il principe di Potemkine, succeduto nelle grazie
della matura czarina al gigantesco Orloff, uno degli assassini dello czar
Pietro. Chi teneva la segreteria dello stato era il conte Panin; ma chi
veramente si occupava della politica interna ed estera, della finanza, della
istruzione, di tutto il governo era appunto Caterina II, la quale trovava anche
il tempo di occuparsi di letteratura, di tenersi in corrispondenza con
Voltaire, con Diderot, con d’Alembert, con tutti i più begli ingegni della
Francia; di radunare intorno a sé poeti e scienziati e artisti: di scrivere
essa stessa poesie e drammi. Più tardi, dopo la mia partenza, e quando cominciò
ad avversare i Liberi Muratori scrisse anche tre commedie, nelle quali io sono
il soggetto principale, l’Incantatore
siberiano, L’Ingannatore, il Cieco.
Ma nel 1779 essa proteggeva ancora la Massoneria; la
proteggeva perché aveva creduto di vedere in essa un contravveleno per
distruggere le perniciose influenze della letteratura e della filosofia
francese che invadevano la Russia. Questa letteratura suggeriva l’ateismo, la
ribellione: la Massoneria invece proclamava la fede in Dio, la ubbidienza alle
gerarchie e ai sovrani. La Czarina non vedeva che questa fede e questa
obbedienza erano fittizie perché senz’altro fondamento che nelle formule e nei
cerimoniali: letti gli statuti, e sembratile convenienti per dirigere bene le
classi superiori della società russa, accordò la sua benevolenza ai Liberi
Muratori che ne la richiedevano.
Essa si era dichiarata ufficialmente protettrice
dell’ordine. In queste buone disposizioni era quando io giunsi a Pietroburgo…
Luigi Natoli: Cagliostro e le sue avventure. Nella versione originale pubblicata a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1914.
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