Squarcialupo era diventato
l’arbitro della città, senza essere rivestito di una carica ufficiale. Non era
che uno dei giurati. Uno dei primi atti della sommossa era stato quello di
cacciare dal comune il Senato, ed eleggerne uno nuovo, sebbene questo non
potesse durare in carica appena un mese; perché ogni anno, il primo di
settembre si eleggeva il senato e il capitano di città; e se i senatori
potevano essere rieletti, non era detto che sarebbero stati riconfermati tutti
e Squarcialupo era stato fra gli eletti: ma pretore era stato scelto Giovanni
Ventimiglia. Con tutto ciò il capo vero ed effettivo era Giovan Luca, su cui
pesava la responsabilità del nuovo ordine, o meglio del disordine.
La sommossa s’andava
propagando: una dopo l’altra le città demaniali e le grosse terre feudali
insorgevano; e questo pareva a Giovan Luca un buon indizio per realizzare il
suo sogno. Con una concezione anacronistica, che avrebbe risospinta la Sicilia
all’epoca dei comuni, egli vagheggiava una confederazione di piccole
repubbliche: e per questo, appena gli giungeva la notizia di una sollevazione,
si affrettava a mandare ambasciatori e stringeva patti federali.
Ma la città intanto era in
balìa del popolo, che di quella parola repubblica, della quale Giovan Luca gli
aveva parlato, non era arrivato a capire altro che i signori non sarebbero
stati più i padroni del governo; che il popolo doveva averci la sua parte; e
che non ci dovevan essere più gabelle; e aver pane a buon mercato. E per conto
suo vi aggiungeva che bisognava sbarazzare la città di tutti i vecchi
partigiani di don Ugo, che erano ritornati per la protezione del duca di
Monteleone. Quattro giudici uccisi e due palazzi incendiati non bastavano. E
ogni giorno bande di popolo minuto, avido di bottino si davano a scorazzare per
la città, a dar la caccia a quelli indicati – spesso per private vendette, – come
del partito del vicerè, e a saccheggiare le case.
Giovan Luca lasciava fare,
non trovando modo di impedire quegli eccessi, e non volendo d’altra parte
alienarsi il popolo, che era la sua forza. E poi abbassare la potenza degli
avversari, spargere il terrore, era per lui una buona arma per raggiungere
quella meta che si era prefissa...
Luigi Natoli: Squarcialupo. Per la prima volta in unico volume ad opera de I Buoni Cugini editori nella versione originale pubblicata a puntate in appendice al Giornale di Sicilia dal 02 febbraio 1924.
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online.
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Nella foto: disegno del pittore Amorelli nel Giornale di Sicilia dell'epoca.
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