venerdì 13 luglio 2018

Luigi Natoli: Il pensiero delle Logge massoniche per la libertà dei popoli. Tratto da: Cagliostro e le sue avventure


Uscimmo nel giardino, in fondo al quale era una grotta artificiale, così buia che, per penetrarvi fu necessaria una lanterna. Scendemmo per quindici scalini, che mettevano a un sotterraneo, vasta sala rotonda, in mezzo alla quale era una tavola.
I miei amici ne sollevarono il piano, e allora vidi che essa aveva una forma di cassa, la quale conteneva una piccola cassetta di ferro solidamente serrata.
La mia curiosità era vivissima, giacchè i due archivari non mi avevano detto nulla, e m’avevano fatto credere che si trattasse di una scampagnata.
Aperta la cassetta vidi che essa conteneva scritture, tra le quali l’Hermann e il Robert scelsero un manoscritto, simile ai bastardelli di notari o ai messali, su la prima pagina del quale in caratteri grandi si leggeva anche a distanza: “Noi, gran maestro di Templari”.
Stupìto lessi quel che seguiva: era una formula di giuramento terribile, che obbligava i massoni, oltre a tutti gli obblighi di segreto e di rito, a lavorare per la distruzione dei governi dispotici e per la restaurazione della libertà. La formola era scritta col sangue, ed era seguita da undici sottoscrizioni; ma, ciò che accrebbe il mio stupore, fu il vedere per primo l’impronta della mia cifra simbolica.
Io avevo allora adottato per firmare le mie lettere una cifra misteriosa; ma non avevo certamente sottosegnato quel documento, del quale fino allora ignoravo l’esistenza. Hermann mi disse:
- Vi maravigliate di trovare la vostra cifra; ma noi l’abbiamo posta con le nostre, sicuri che non ci può mancare il vostro consentimento. Bisogna che tutti i buoni massoni lascino le astrattezze e le formule vuote, per entrare in un terreno pratico e raggiungere uno scopo. Voi non ignorate in quali condizioni si trovino i popoli, e specialmente il nobile popolo francese e quello d’Italia. Nessuna perfezione sarà possibile, senza dar loro la libertà. Le nostre logge lavorano per questo. Qui vedete le firme di dodici Gran Maestri degli Illuminati della Stretta Osservanza, dei quali voi siete uno. V’è anche Tommaso Ximenes, uno dei più poderosi ordinatori. Il patto che abbiamo stretto ci dà grandi mezzi, perché stringe tutte le logge in un fascio. Noi siamo cento ottanta mila; ognuno di noi versa ogni anno cinque luigi, il che costituisce un fondo di tre milioni e sei cento mila lire all’anno, che servono pel mantenimento dei capi, degli emissari presso le corti, pel mantenimento delle navi, per tutte le spese occorrenti, insomma. Questo denaro è depositato nelle banche di Amsterdam, Rotterdam, Londra, Genova e Venezia. Voi siete uno dei capi. Vi riconosciamo, sebbene si sappia che vi siete staccato dal rito scozzese, per richiamare in vigore l’antico rito di Menfi. Ma ciò non importa. La legge fondamentale è una. Voi dunque siete dei nostri, e noi vi dobbiamo quell’assegno che vi spetta per vivere con decoro ed esercitare l’opera vostra dignitosamente.
Io ascoltai questo discorso, senza risponder nulla. Che cosa potevo dire? Quel libro, quel patto, quelle parole mi aprivano un nuovo orizzonte, aggiungevano qualche cosa al mio concetto di riforma, integravano la mia massoneria egiziana. Confermai la mia sigla. Hermann e Robert mi contarono seicento luigi in oro, come primo assegno, e ritornarono a Francoforte.


Luigi Natoli: Cagliostro e le sue avventure. Nella versione originale pubblicata dalla casa editrice La Gutemberg nel 1914
Pagine 880 - Prezzo di copertina € 25,00
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