Luigi Natoli, scrittore e storiografo
siciliano, nasce a Palermo il 14 aprile 1857. Visse da piccolo una
"disavventura politica", poiché la madre alla notizia dell'arrivo di
Garibaldi, malgrado il marito fosse Segretario del Supremo tribunale della
Monarchia borbonica, fa indossare ai figli le camicie rosse. La famiglia viene
arrestata e i loro beni confiscati. La loro vita dalla fame è salva grazie al
caritatevole intervento di un secondino, che nascostamente portava loro da
mangiare; e quando Natoli parlava di questo dramma della sua vita, soleva dire
"Sono stato salvato da un piatto di fagioli".
Non seguì corsi di studi regolari, ma fu un
autodidatta. Da ragazzo rivelò subito le sue attitudini: a quattordici anni
scrisse il suo primo romanzo storico dal titolo Giulio Federici, a diciotto
iniziò a collaborare con il Giornale di Sicilia. Il romanzo storico
sarà il tema centrale di tutta la sua produzione: attraverso la vasta pubblicazione
di circa venticinque romanzi in appendice al Giornale di Sicilia ed alcuni ripubblicati dall'autore stesso con la casa editrice La Gutemberg, egli illustra in modo dettagliato e
preciso la Storia della Sicilia. Tema comune in tutti i suoi romanzi è la lotta
e il sacrificio del popolo siciliano per la libertà, a partire dal romanzo
storico "Gli Schiavi", in cui si narra la lotta degli schiavi nella
seconda guerra servile contro il dominio di Roma, fino ai temi risorgimentali
di Braccio di Ferro avventure di un carbonaro, in cui attraverso il
protagonista, Tullio Spada, il lettore può vivere la storia della carboneria e
le lotte dei carbonari per la libertà in tutta Italia, da Palermo a Torino.
Ma Luigi Natoli non fu solo un romanziere: la sua
carriera lavorativa iniziò come maestro elementare, e a ventitré anni fu
abilitato all'insegnamento della lingua italiana nei ginnasi. A ventiquattro
divenne rettore alla Scuola tecnica comunale di Partinico. Nel 1886 si trasferì a Roma, dove visse per due anni e
dove fu redattore del giornale Capitan Fracassa e strinse una fraterna amicizia
con Mario Rapisardi. Nel 1888 si classificò fra i primi al concorso come
professore di lettere, e con tale qualifica ritornò a Palermo, dove insegnò al
liceo Garibaldi per sei anni. In tale periodo nasce la sua grande amicizia con
Giuseppe Pitrè, con cui traccia le fondamenta della creazione del famoso Museo
Etnografico, fondato nel 1909. E sempre in questo periodo sono notevoli i suoi
rapporti con Girolamo Ragusa Moleti, Luigi Capuana, Giuseppe Pipitone Federico,
Pietro Mignosi, e molti altri. Nel 1898 si trasferisce a Nuoro, dove dirige la scuola
normale, e nel 1900 viene trasferito a Pinerolo. Nel 1901 dirige la Scuola
Normale maschile di Napoli per sei anni, successivamente dirige quella di
Cagliari, di Lacedonia (Av), di Manfredonia e di Foggia. Siamo nel 1922.
Fu sposato due volte: dalla prima moglie, Emma, ebbe
tre figli, Giuseppe, Domenico ed Aurelio. Dopo la morte di Emma, Luigi Natoli
si risposa con Teresa Ferretti, dalla quale ha otto figli: Clodomiro, Romualdo,
Marcello, Edgardo, Maria, Lidia, Hedda e Rosetta. Durante la prima guerra
mondiale egli perde il figlio Clodomiro, ed egli esprime tutto il suo dolore
per il drammatico avvenimento in un piccolo volume, Ricordi di Clodomiro mio
figlio.
Luigi Natoli non fu solo scrittore di romanzi
cosiddetti popolari: sempre sulla storia della Sicilia scriverà nel 1935 un
ampio e dettagliato volume, in cui viene esposta la storia siciliana dalla
preistoria al fascismo, pubblicato dalla casa editrice Ciuni. Scrive anche
diversi volumi di poesie, opere teatrali, testi di critica letteraria e volumi
di storia. Scrive inoltre una notevole mole di saggi, articoli di carattere
storico e di critica letteraria, di storia dell'arte, di storie e leggende,
quasi sempre pubblicati sul Giornale di Sicilia con lo pseudonimo di Maurus.
Scrive anche nel 1891 una Guida di Palermo e dintorni
pubblicata dall'editore Clausen e circa quarantotto volumi per le scuole,
diffusi in tutta Italia.
Muore a Palermo il 25 marzo 1941.
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