martedì 28 dicembre 2021

Luigi Natoli: La toponomastica palermitana nel XIII secolo. Tratto da: Viva l'Imperatore! Romanzo storico siciliano.

Nel secolo XIII perdurava ancora, in Palermo specialmente, la toponomastica araba: sebbene ormai i Saraceni ridotti a poche diecine di migliaia, fossero stati allontanati dall’isola e concentrati da quattr’anni a Lucera, e in Palermo non si vedesse che gli schiavi e qualche musulmano che esercitava industrie, e non aveva preso parte alla insurrezione, tuttavia molte strade si chiamavano ancora col nome arabo, divenuto popolare. Questi sera erano strade sulle mura; oggi si direbbero boulevards, ma nel duecento non si sapeva come tradurre il vocabolo arabo; e la tradizione di circa quattro secoli ne prolungava l’uso. Il Sera del Kes, ossia della calce, corrispondeva a quel tratto della odierna via del Celso che va dalla Chiesa dei Tre Re, sin quasi allo sbocco della via Maqueda. Da questo punto e forse dalla porta degli Schiavi che si apriva dove ora è la discesa di Santa Marina, fino alla piazzetta di S. Teodoro li Scannati (ora delle Vergini) prendeva nome di Sera della porta della Salute, (bas as Safa) e, più in giù, di S. Antonio, dove andava a finire. Dalla parte superiore, cioè dalla attuale chiesa dei Tre Re in su, fino a raggiungere la via Coperta, si chiamava Sera di Sant’Agata.
Siccome questa lunga strada era una delle principalissime della città antica, chiusa ancora e distinta dai borghi e dalla città nuova, vi sorgevano molti e nobili palazzi, dei quali qualche avanzo trecentesco è ancora visibile fra le brutte e volgari case che ne presero il posto.
La ruga del Teatro corrispondeva presso a poco alla attuale via di Montevergini: e prendeva questo nome dall’antico teatro, probabilmente romano, del quale ancora esistevano le cavee e parte della scena e dell’orchestra; ma spogli di marmi e colonne, dei quali i Saraceni si erano serviti per abbellire le loro case.
Il palazzo dove entrarono il giovine cavaliere e il giullare non era molto grande; aveva un’alta torre massiccia, che occupava più d’un terzo dell’edificio, e tre grandi finestre, due bifore sull’ala del palazzo una trifora ricca di ornati nella torre. La piccola corte aveva da un canto le scuderie, dall’altro la scala, che metteva a un piccolo portico.
Dato il cavallo a un servo, il giovine cavaliere salì, seguito dal giullare; ed entrato in una sala, alle cui pareti pendevano trofei d’armi e d’armature, ordinò del vino…


Luigi Natoli: Viva l'Imperatore! Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo di Federico II. Il volume è la fedele riproduzione dell'opera originale pubblicata a puntate in appendice al Giornale di Sicilia dal 29 gennaio 1925. 
Copertina di Niccolò Pizzorno
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (Consegna a mezzo corriere in tutta Italia. Contattaci alla mail ibuonicugini@libero.it o al whatsapp 3894697296)
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In libreria a Palermo presso: La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour), La Nuova Bancarella (Via Cavour), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15), Nuova Ipsa (Piazza Leoni) 

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