venerdì 7 maggio 2021

Luigi Natoli: Giordano scorse il più bel volto di giovinetta che avesse mai veduto... Tratto da: Il Vespro siciliano.

Si affacciò distrattamente alla finestretta che dava sulla piazzuola, dove era il pozzo; e i suoi occhi errando di cosa in cosa, si fermarono un istante sopra la casa di rimpetto.
L’aveva veduta altre volte; aveva veduto sul davanzale della finestra di contro due testi di terracotta: uno con una bella pianta di garofani; l’altro di basilico. Finestra e piante, come se ne vedevano dovunque, e che non destavano nessuna attenzione; ma quel giorno dietro i testi, Giordano vide una figura di donna, il cui volto, chino a odorare il basilico, gli si nascondeva. Egli vedeva soltanto il velo che copriva quel capo e l’orlo dei capelli nerissimi, che chiudevano la fronte. 
Era la prima volta che vedeva in quella casa, a quella finestra, una figura di donna. La guardò con lieve curiosità, come chi trova un punto per fermare la propria attenzione; ma in quel momento la donna alzò il capo, e Giordano scorse il più bel volto di giovinetta che mai avesse veduto.
La fanciulla su le prime non si accorgeva d’esser guardata; diede uno sguardo su la piazzuola e sul pozzo; poi alzò gli occhi, vide Giordano; incontrò quello sguardo di ammirazione e una viva fiamma le colorò il volto color di perla. Si ritrasse vivamente, con una paura di colomba.
Giordano rimase a guardare la finestra ancora estatico dell’inattesa apparizione di quella bellezza, sperando che vi fosse ritornata; ma quando la speranza venne meno, si allontanò con un vivo rincrescimento.
Da quel giorno, ogni mattina, tormentato dalla immagine della fanciulla, e dal desiderio di rivederla, Giordano si recava nella sua antica stanza, sperando che ella si affacciasse; ma per cinque o sei giorni, invano. La finestra rimase deserta. Se Giordano avesse potuto spingere lo sguardo più oltre, avrebbe potuto scorgere la fanciulla, quasi celata dall’ombra, aspettare che egli si togliesse dal suo osservatorio, per venire alla finestra e curare i suoi testi di basilico e di garofani; e allora avrebbe usato l’astuzia di nascondersi alla sua volta, per vedere, senza esser veduto.
Ma Giordano era troppo giovane. Il caso venne in suo aiuto. Un giorno egli, trattenuto da Madonna, non potè recarsi nella sua cameretta all’ora consueta; ma appena ne ebbe l’agio, corse e vide la fanciulla, che se ne stava alla sua finestra lì, attenta alle sue piante.
Non aveva il velo in testa, e le chiome corvine, sciolte, forse aspettando il pettine industre, le cadevano come un manto di velluto sul collo e sulle spalle; sicchè il bel pallore del volto acquistava una candidezza di marmo pario.
Ella se ne stava lì, senza sospetto, senza soggezione, con la sicurezza di non esser veduta; attendendo a togliere alcune foglioline vizze, a stirpare qualche pianticella estranea; e Giordano la guardava, quasi adorando, trattenendo il respiro per paura che ella l’udisse, e s’involasse. Ma forse la fanciulla sentì la fissità di quello sguardo; forse i suoi sensi vibrarono alla misteriosa impressione: ella infatti sollevò gli occhi con una espressione vaga di inquietitudine: e vide Giordano.
Lo vide, alla finestra, con gli occhi illuminati dall’ammirazione e dal desiderio, col volto commosso dal piacere, in quell’atteggiamento devoto.
Se ne sentì profondamente turbata; il sangue le colorò di porpora il viso; i suoi occhi bruciarono. Ella si ritrasse confusa, scontenta; ma non così rapidamente, come la prima volta.
Il giorno dopo, come se la curiosità avesse preso forza sul turbamento, la fanciulla non aspettò che non vi fosse quel giovane alla finestra, per affacciarsi; e mentre curava le piante, e vi si indugiava, lo guardò più volte di sfuggita, e tutte le volte i suoi occhi si incontravano in quelli di Giordano, e il rossore fioriva sulle sue gote, e il cuore le batteva; e, pareva ne provasse pena e piacere a un tempo.
Quel dì Giordano si sentì pieno di una gioia nuova, che per tutto il giorno lo tenne in una malinconia dolce e serena; lo rese più affabile, ma nel tempo stesso più schivo delle carezze di madonna Macalda.
Ogni giorno, d’allora in poi, essi si rividero, dalle finestre, in silenzio. La fanciulla fermava i suoi occhi un po’ più lungamente e il suo turbamento non aveva più nulla di penoso; anzi su le sue labbra si disegnava un lieve e timido sorriso di compiacimento. Dopo quel sorriso venne il saluto, un piccolo cenno col capo da prima; poi con mano, e con la voce. Un giorno finalmente Giordano si fece animo, e le disse:
- Bella fanciulla, io mi chiamo Giordano de Albellis. Ditemi, se v’aggrada, il vostro nome, perchè io possa ripeterlo tutte le ore del dì.
Ella rispose arrossendo e con voce tremante che pareva d’usignuolo:
- Gamma Zita...



Luigi Natoli: Il Vespro Siciliano. Romanzo storico ambientato nella Sicilia del 1282, al tempo della famosa rivoluzione. In una edizione totalmente ristrutturata dal titolo all'indice, il romanzo è la fedele riproduzione dell'opera originale pubblicata con la casa editrice La Gutemberg nel 1914, dalle cui note (soppresse nelle altre edizioni) è chiaro l'accostamento tra l'invasione del Belgio da parte dei tedeschi nel 1914 e la dominazione angioina del 1282
Copertina di Niccolò Pizzorno
Pagine 945 - Prezzo di copertina € 25,00
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it. (è possibile prenotare con messaggio whatsapp al 3894697296 o alla mail ibuonicugini@libero.it. Spedizioni a mezzo corriere in tutta Italia. 
Disponibile online su Amazon e Ibs
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