venerdì 7 maggio 2021

Luigi Natoli: Il pozzo di Vela. Tratto da: Il Vespro Siciliano. Romanzo storico ambientato nella Sicilia del 1282

 
Il terzo giorno era domenica: all’ora di messa Ugo de Saint-Victor andò a mettersi alla posta per veder passare la fanciulla e compiere il disegno che aveva in mente. Aveva condotto con sè due soldati di ventura.
Aspettò qualche oretta: ecco venir Gamma Zita, ravvolta nel manto, coi due vecchietti al fianco. Essi non s’erano accorti del sire Ugo; ma quando lo videro piantato quasi dinanzi la chiesetta, con la mano sul fianco, furon presi da paura e da sospetto.
- Oh bellissima fanciulla! – esclamò; – concedetemi, ve ne prego, di rivedere il vostro bellissimo viso, perchè possa vedere in terra come son fatti gli angeli del cielo!...
Il nonno si sentì una vampa di collera in volto:
- Messere! – gridò; – lasciateci in pace!...
- Che cosa vuoi tu, vecchio?
- Voglio che ci lasciate stare in pace, v’ho detto!...
- Ebbene! te la darò! 
E voltosi ai due bravacci:
- A voi! – disse.
I due soldati che non aspettavan altro, si gittarono sui due nonni, e in un attimo li buttaron per terra, tempestandoli di pugni. Gamma Zita spaventata, convulsa, lasciando cadere il manto senza volerlo, e porgendo le mani, si precipitò verso il cavaliere supplicando:
- Ah messere!... per pietà!...
- Ma tutto per voi, bella fanciulla, – rispose Ugo de Saint-Victor; e presele le mani, attirò Gamma Zita a sè come per baciarla.
Ella mandò un grido di paura; e si trasse indietro; con una stretta violenta e si divincolò dal sire, e, poiché lo vide ritornare alla presa, colta da terrore, sollevate le vesti si diede a una fuga precipitosa per quelle stradette, cercando di rifugiarsi nella sua casa. 
Il sire de Saint-Victor esclamò:
- Ah, santo uomo di Dio!... Sei selvaggia? 
E le corse dietro: ella anelava, smarrita, esterrefatta, sentendo dietro a sè i passi del cavaliere, che la chiamava e la esortava con la voce rotta dalla corsa.
- Fermati... Non correre!... Non ti farò male! Sarà meglio per te!...
Ella raddoppiava le sue forze, e fuggiva. Ognuna di quelle parole, nelle quali si confondevano la collera e la bramosia, era un colpo di sprone. Fuggiva. Ogni passo verso la casa, aumentava le sue forze, le infondeva speranza.
Entrata nella strada di Vela, e giunta dinanzi alla porta di casa, si fermò atterrita.
La porta era serrata; e la chiave l’avevano i suoi nonni.
Nel folle terrore che l’aveva presa, non aveva pensato a questo ostacolo. In casa non poteva dunque entrare; e il sire, intanto sopraggiungeva: non sapendo che cosa fare, nè dove correre, Gamma. Zita entrò nel darbo con la speranza di trovarvi uno scampo. E non pensò che andava a cacciarsi in una gabbia.
Ugo de Saint-Victor giunse nell’istante in cui la fanciulla guardava con smarrimento intorno a sè: anch’egli diede una occhiata intorno e un tristo sorriso di gioia gli irradiò il volto.
Gamma non poteva sfuggirgli. 
Per un secondo si guardarono, ancora ansanti dalla corsa: Gamma pallida, tremante, supplichevole; Ugo rosso dal correre, bramoso, sicuro della vittoria: il lupo dinanzi all’agnello. 
Gamma era bellissima. Il manto le era caduto, le era caduto il velo, e i nerissimi capelli, discioltisi nella fuga, le cadevano copiosi sul collo e su le spalle. Ugo la guardava con un vivo compiacimento. Perdio! Madonna Macalda non aveva mentito: Gamma era veramente la più bella fanciulla di Catania. Come mai non l’aveva veduta prima? Dove s’era celato questo tenero fiore di beltà? Se l’avesse conosciuta un mese innanzi egli si sarebbe fatto amare, e avrebbe ottenuto per amore, quel che ora le avrebbe tolto per forza. 
- Ora – le disse – non potete più fuggire... Siete in poter mio... ma non voglio prendervi con violenza... Siete così bella, e così gentile, che mi pare dobbiate spezzarvi se vi afferro... Venite, non abbiate paura... Non posso, non debbo farvi paura. Lasciate che io vi baci, madonna... fate il mio aggradimento!... 
Gamma Zita non rispose: quelle parole le facevano salire sul volto fiamme di vergogna e di sdegno. Ugo si avvicinò di un passo. 
- Venite con me... cara e bella, più bella di tutte le donne, io vi farò felice...
Ma a vederlo avvicinarsi, Gamma si sentì infondere nuova energia; indietreggiò gridando:
- Non vi accostate!... non mi toccate!...
Aperse le braccia, per stringere la fanciulla; ma Gamma lo scansò. Lo scansò per allora, ma dopo? 



Luigi Natoli: Il Vespro Siciliano. Romanzo storico ambientato nella Sicilia del 1282, al tempo della famosa rivoluzione. In una edizione totalmente ristrutturata dal titolo all'indice, il romanzo è la fedele riproduzione dell'opera originale pubblicata con la casa editrice La Gutemberg nel 1914, dalle cui note (soppresse nelle altre edizioni) è chiaro l'accostamento tra l'invasione del Belgio da parte dei tedeschi nel 1914 e la dominazione angioina del 1282
Copertina di Niccolò Pizzorno
Pagine 945 - Prezzo di copertina € 25,00
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it. (è possibile prenotare con messaggio whatsapp al 3894697296 o alla mail ibuonicugini@libero.it. Spedizioni a mezzo corriere in tutta Italia. 
Disponibile online su Amazon e Ibs
In libreria presso: La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour), La nuova bancarella (Via Cavour), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi), Libreria Zacco (Corso Vittorio Emanuele), Nuova Ipsa Editore (Piazza Leoni)

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