mercoledì 28 aprile 2021

Il teatro del popolino. Scritti sull'Opera dei Pupi di Luigi Natoli e di Giuseppe Pitrè

Il trentesimo volume della Collana dedicata alle Opere di Luigi Natoli è dedicato all’Opera dei Pupi: una raccolta di scritti non soltanto di Luigi Natoli, a lui abbiamo affiancato Giuseppe Pitrè. 
I due autori, amici e sicilianisti appassionati, avevano fra i tanti interessi in comune anche quello per l’opera dei pupi, l’Opra, che studiarono con grande accanimento in tutti i suoi aspetti, mischiandosi col “volgo” sempre con il massimo della loro modestia, patrimonio dei grandi uomini. Lo studio del teatro del popolino, dettagliato in tutti i suoi aspetti, porta i due autori a conclusioni diverse: Giuseppe Pitrè nel suo scritto di fine ‘800, non immagina il decadimento e la fine dell'Opra, mentre Luigi Natoli la intuisce, profetizzandone agli inizi del 1900 la sopravvivenza solo a scopo turistico o nelle "collezioni private e nei musei". Ma entrambi sono d’accordo sul fatto che 

"L’arti di li pupi è difficili assai, e ‘un è cosa di tutti"
 
Il volume contiene:
di Giuseppe Pitrè: "Le tradizioni cavalleresche popolari in Sicilia" (Romania tomo 13, n. 50 - 1884). In questo scritto, oltre la simpatia e l’ironia dell’autore, incontriamo la Palermo di fine ottocento fotografata nelle abitudini del popolino: “Spettatori son per lo più ragazzi del popolino, iniziati quali sì, quali no in un mestiere; gli altri son giovani e adulti. Uno studioso di statistica non avrebbe modo di farsi un criterio esatto di quelli che veramente usano all’opra; perché in una vanno più monelli che giovani, in un’altra più giovani che ragazzi; in un sestiere son servitori, camerieri e guatteri; in un altro pescatori e pescivendoli (rigatteri) qua facchini (vastasi, vastaseddi), fruttivendoli; là lustrini, mozzi di stalla, manovali ed altri siffatti, ovvero operai de’ meno modesti e de’ meno bassi. Tutto dipende dal sestiere, dalla contrada dell’opra; dove, però, non si vede mai, o rare volte, una donna, e dove una persona del mezzo ceto sarebbe argomento di osservazioni e di commenti degli spettatori, come di maraviglia a coloro de’ suoi amici o conoscenti che venissero a saperlo”. Conosceremo i pupari, gli opranti e i cuntisti dell’epoca con vere e proprie interviste fatte dall’autore, ma soprattutto come la viveva il popolo e la passione che lo portava ad assistere alle rappresentazioni: “L’uditorio è tutto orecchi per sentire, tutto occhi per vedere chi entra e chi esce dal palcoscenico, seguendo l’azione e prendendo parte per uno de’ personaggi. Questo interesse per un paladino, per un eroe, è uno de’ fatti più caratteristici dell’opra; e rivela le tendenze e le inclinazioni del pubblico. Questi s’appassiona per uno, quegli per un altro; i seguaci, gli amici, i vassalli di questo paladino sono simpatici; ostili i seguaci, gli amici, i vassalli del personaggio contrario. La simpatia è per l’eroe o pel debole che subisce la forza del prepotente o che, indocile di freno, gli si ribella. Rinaldo con le sue audacie è sempre l’eroe accetto. Il suo apparir sulla scena è un avvenimento; di lui si studiano e prevedono le mosse, l’incesso, le parole”
di Luigi Natoli:
Il teatro del popolino (Almanacco del fanciullo siciliano - 1925), simpatica introduzione che esalta le eroiche gesta del paladino Orlando.
L’ Opra (Articolo pubblicato sul Giornale di Sicilia il 21 maggio 1914), dove l’autore profetizza il decadimento dell’Opra: “Anche dal palcoscenico le teste di legno cominciano ad andarsene; ce ne sono tante nel mondo, con la loro maschera immobile sul volto, che quelle piccole relegate su poche tavole, fra le scene dipinte, cominciano ad accorgersi di essere soverchie. L’«Opra di pupi» è al principio della fine. Fine del resto prevedibile e aspettata, per le mutate condizioni di vita, di pensiero, di gusti. Il cinematografo ne affretterà la morte; ma il «paladino» a quanto pare muore con tutti gli onori”.
Le tradizioni cavalleresche in Sicilia (estratto da Il Folcklore siciliano 1926) uno studio analitico sulla storia dell’Opera dei Pupi, che l’autore fa risalire al tempo della dominazione normanna in Sicilia.
Copione dell’Opra Fioravante e Rizzeri tratto dall'omonimo romanzo (1936)
Il volume, di 270 pagine, impreziosito dalla copertina di Niccolò Pizzorno, ci riporta indietro nel tempo facendoci rivivere le care, antiche tradizioni siciliane “Perchè le belle azioni, i nobili sentimenti, le virtù umane ci commuovono e ci empiono di entusiasmo, anche se i personaggi sono di legno” (Luigi Natoli).
 
Il volume (prezzo di copertina € 20,00) è disponibile:
dal catalogo prodotti della casa editrice al sito ibuonicuginieditori.it
Si può acquistare con messaggio w.a. al 3894697296 oppure alla mail ibuonicugini@libero.it. Spedizioni a mezzo corriere in tutta Italia.
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In libreria presso La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour 133, Palermo), La Nuova Bancarella (Via Cavour), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15)

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