giovedì 9 gennaio 2020

Luigi Natoli: L'ultima poesia di Giuseppe Lo Verde. Tratto da: Braccio di Ferro avventure di un carbonaro


Il padre Nazzareno mostrò il foglio che teneva in mano. Tullio vi gittò uno sguardo, e gli parve di vedere dei versi. Il padre rispose:
- Questi versi egli scrisse sulla parete del carcere; mi pregò di andare a trascriverli, come suo ricordo; e l’ho fatto… E ci ho pianto sopra: volete leggerli?
Tullio prese il foglio e lesse; erano cinque sonetti coi quali il giovine prendeva commiato dalla vita: il suo spirito aveva potuto conservare tanta serenità dinanzi alla morte, da trasformare in fantasmi di bellezza i suoi dolori.
A mano a mano che leggeva, gli occhi di Tullio s’empivano di lagrime. Egli vedeva il martire ventenne, diritto dinanzi alla parete insudiciata forse dalle turpitudini di volgari malfattori, e tracciarvi con mano ferma i suoi ultimi pensieri; tracciarveli con quel puro sangue, che fra breve avrebbe bagnato le zolle del Piano della Consolazione.
Quando ebbe finito di leggere, gli disse:
- Mi consente, padre, che io me li trascriva?
- Fate.
- Grazie! Dio ne la rimeriti.
Poco dopo Tullio se ne andò ripetendo la stessa funzione di questuante per le anime del Purgatorio; rifece la strada; uscì dalla città; andò nella villa di Michele, che l’aspettava febbricitante, e che, al vederlo ritornare, si sentì rinascere. E lì, deposto il sacco, indossati i suoi vestiti da contadino, raccomandato a Michele di farsi vedere, riprese la campagna, verso il nascondiglio.
E per via recitava gli ultimi versi dell’amico, questi:
Bella speme del cor consolatrice,
Dell’eterna clemenza unica figlia,
D’ogni affanno mortal debellatrice,
Bella speme del cuor, chi ti somiglia?
Nei gravi d’anni suoi l’egro infelice
Di te  si pasce, e teco si consiglia,
Per te lo stesso già si fa felice
Né a disperazion l’unghie arroviglia
Per te il passato nell’oblìo s’immerge
Non si cura il presente, e l’avvenire
Segue i voti del core, e il pianto terge.
Lieto ancor io, per te, le mie ritorte
Soffro, illudendo il vigile desire
Che alfin le spezzi libertade o morte(2). 

2) Questo è il III. dei cinque sonetti che il Lo Verde scrisse sulle pareti del carcere, e che furon subito trascritti e diffusi di nascosto. Qualche diarista li riprodusse nelle sue cronache manoscritte. Io l’ho tolto da un quaderno di compiti scolastici del 1822. A. Aristiche ve li copiò. Il quaderno si conserva dal figlio Ernesto. Il Lo Verde quando fu fucilato aveva appena venti anni! Le storie tacciono di questo eroico giovane. (Luigi Natoli)


Luigi Natoli: Braccio di Ferro avventure di un carbonaro. Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1820.
Nella versione originale pubblicata dalla casa editrice La Gutemberg nel 1927.
Pagine 344. Prezzo di copertina € 22,00
Copertina e illustrazioni di Niccolò Pizzorno.
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