venerdì 10 maggio 2024

Luigi Natoli e le rivoluzioni in Sicilia (1820): Per noi siciliani vi è ancora un altro fine da raggiungere, l'indipendenza dell'Isola... Tratto da: Braccio di Ferro avventure di un carbonaro.

 
- Voi siete capitato, o forse siete stato guidato dalla Provvidenza in una “Vendita di Carbonari”, – disse l’uomo mascherato. – “Vendita”, nel nostro linguaggio, significa il luogo delle nostre riunioni. La necessità di tener segreto, agli occhi di tutti ciò che facciamo e diciamo, consiglia l’uso di un linguaggio particolare. 
- Un gergo?
- Sia pure un gergo. Credo dunque, sia stata la Provvidenza che vi ha guidato qui; perché voi sarete un Carbonaro o, come diciamo fra noi, e come avete udito, un “Buon Cugino” dei più validi. La nostra società ha bisogno d’uomini forti e coraggiosi, e soprattutto onesti pel raggiungimento del nostro fine.
-  Qual è questo fine?
- La liberazione degli uomini dalla schiavitù… Che cosa siamo noi? Degli schiavi. Che cosa vogliamo essere? Uomini liberi. Questo è il fine comune di tutti i Buoni Cugini sparsi nel mondo. Per noi Siciliani vi è ancora un altro fine da raggiungere; l’indipendenza dell’isola, la restaurazione della sua autonomia violata, calpestata dal vecchio Borbone traditore. Noi vogliamo la indipendenza e la libertà; indipendenza da Napoli con governo nostro, e costituzione come quella spagnuola. Questo programma, compie l’altro, comune a tutti i Carbonari, che è quello del perfezionamento umano… Andiamo incontro a grandi pericoli, a persecuzioni, a supplizi: la morte sta quasi perennemente sospesa sopra il nostro capo, ma che importa? Essa non può nè deve arrestarci. Siate dei nostri, Tullio Spada: non negate il vostro braccio alla santa causa…
Egli aveva seguito quel discorso con viva attenzione; v’era qualche cosa che gli rimaneva ancora oscura e misteriosa; ma ve n’era qualche altra abbastanza chiara, e che nel suo cuore di Siciliano parlava con l’eloquenza della tradizione e dell’orgoglio ferito: l’indipendenza dell’isola. 
Quand’anche i Carbonari non avessero cospirato che per questo solo, egli si sarebbe tuffato nella cospirazione
- Noi – continuò il Buon Cugino, – siamo alla vigilia di un grande avvenimento. Palermo è piena di “Vendite”; abbiamo “Vendite” a Messina, a Catania, a Siracusa, perfino in piccoli paesi. La verità si fa strada. Su tutto il regno di Napoli le “Vendite” hanno distesa una rete di cospirazioni, se così vi piace chiamare i nostri lavori; l’esercito è con noi. Vi sono “Vendite” a Roma e in tutto lo Stato Pontificio; nel Piemonte, in Lombardia, in Francia… Dappertutto si lavora, contro la tirannia e l’oscurantismo. 
- Ebbene, sì, – disse Tullio Spada, – lavorerò anch’io, accettatemi fra voi. Conducetemi…
- Piano. Non si entra così facilmente nella “Baracca”…
Tullio interrogò con gli occhi: che cosa era questa “Baracca”?
Il Buon Cugino sorrise.
- La “Baracca” è la sala dove si tengono le riunioni. Per entrarci, bisogna compiere alcune formalità. Voi aspetterete bendato nella “ramosa foresta” cioè in una stanza che precede quella delle adunanze. Tutto questo, voi già lo capite, è un linguaggio simbolico. In origine ai tempi di San Tebaldo, nostro principe Gran Maestro, i suoi discepoli, che furono veramente dei carbonai, vivevano nella foresta, e si raccoglievano nelle baracche di legno. Da ciò i vocaboli che noi adoperiamo. Voi dunque aspetterete nella “foresta” dove un altro Buon Cugino, il Maestro di cerimonie, verrà per guidarvi… Vi avverto che sarete costretto a subire prove assai dure. Siete coraggioso?



Luigi Natoli: Braccio di Ferro avventure di un carbonaro. Romanzo storico ambientato nella Palermo del 1820. 
L'opera è la fedele trascrizione del romanzo originale pubblicato in dispense con la casa editrice La Gutemberg nel 1930. 
Copertina e illustrazioni di Niccolò Pizzorno. 
Il volume è disponibile:
Dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (sconto 15%, consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
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