martedì 14 marzo 2023

Luigi Natoli e la tragica fine della baronessa di Mongellino. Tratto da: La baronessa di Carini e altri racconti con fatti di sangue.

La torre era alta, quadrata, solidamente sbarrata per di dentro; dalle finestre, dalle feritoie, dai merli, gli algozini cominciarono a tirare sugli assalitori coi pochi archibugi che possedevano. Gli scrivani, inesperti al maneggio delle armi gittavan dall’alto sedie, banchi, tegoli, tutto ciò che capitava nelle loro mani: il barone di Mongellino, costernato, cercava di ammansare gli assalitori, predicando dalle finestre, che egli era il rappresentante dell’Imperatore; ma la ciurmaglia, inferocita dalla resistenza, esasperata dalle percosse, copriva la voce del Capitano con urli e imprecazioni. Qua e là rosseggiavano intanto le vesti e le armi per le ferite; Giorgio Comito aveva ricevuto un sasso sulla fronte, e così lordo di sangue come era, gridava ai suoi:
- Ma che ci fate costì, con le mani tra le brache? Sfondatemi quella porta, vigliacchi! Che vi fareste ammazzare come galline!
Allora i colpi di scure risuonarono più spessi e più vigorosi su la porta; e dall’alto la pioggia rinfittì, ma per poco; i difensori non avevano più munizioni; cedevano; la masnada di Giorgio Comito si accorse che la difesa cessava, e levò un urlo di gioia feroce. Alcuni trovato un trave, con quello percossero sì vigorosamente la porta, che tutta la torre ne tremò. Al secondo colpo i gangheri si staccarono; al terzo le pesanti imposte, fracassate, precipitarono con orribile fragore.
Il signor Gerolamo, con la spada in pugno, pallido ed esterrefatto stava nella sala fra alcuni algozini. Gli scrivani s’erano appiattati qua e là; alcuni avevano tentato di fuggire dalle finestre, buttandosi da grande altezza. La baronessa accanto al marito, bianca ma, aveva sentito il rimbombo dei colpi di trave, e indovinato tutto. A ogni colpo sentiva stringersi il cuore in una morsa ghiacciata; poi sentì il fracasso della porta caduta, il grido di gioia feroce degli assalitori, il tumultuoso montare per la scala.
Quattro o cinque ceffi si presentarono all’ingresso della sala, armati di picche e spade. Allora il barone, voltosi agli algoziri e ad Antonio Margeri, che gli stava a lato, gridò:
- Se s’ha a morire, almeno vendichiamoci!...
E si precipitò innanzi, roteando la spada, e stornando i colpi che gli assalitori vibravano. Ma dalla scala montavano e montavano ancora altri e più inferociti, spingendo quelli che c’erano avanti; due o tre caddero feriti mortalmente dal signor Gerolamo; un algoziro cadde con la fronte spaccata; in breve la stanza fu piena di uomini, il pavimento rigato di sangue e sparso di armi; scoppiò qualche colpo d’archibuso; la stanza s’empì di fumo.
In mezzo all’urto delle armi, tra il disperato difendersi e il feroce assalire, tra i rantoli dei feriti e le bestemmie dei combattenti, la baronessa di Mongellino, bianca e serena, con una spada in mano, cercava di parare i colpi al marito.
Giorgio Comito si fece innanzi, gittandosi come una belva addosso al barone; le due spade scintillarono, guizzarono, sibilarono; Giorgio Comito con una mossa abilissima disarmò il barone; questi mandò un grido di rabbia, quegli un grido di gioia, ed allungò una stoccata.
Molte lame nel punto stesso balenarono contro il petto del barone di Mongellino; ma nel vibrare non i muscoli forti dell’uomo incontrarono, ma il seno molle e cedevole della signora baronessa.
Ratta come il pensiero, visto il pericolo del marito, ella si era gittata fra lui e le spade; e, squarciato il petto da cento ferite, cadde ai piedi di don Gerolamo, e le bianche vesti rosseggiarono di sangue.
E quando la folla abbandonò la torre non più difesa, tra i cadaveri orrendamente mutilati, giaceva bianca e bella la baronessa di Mongellino; e anche nella morte ella pareva volesse difendere con le braccia sanguinose il cadavere del marito....


Luigi Natoli: La baronessa di Carini e altri racconti con fatti di sangue. Raccolta di leggende trascritte dal volume originale Storie e leggende, pubblicato in Palermo dalla casa editrice Pedone Lauriel nel 1892. Alla raccolta è stata aggiunta la novella "La signora di Carini" pubblicata nel Giornale di Sicilia nel 1910 con pseudonimo di Maurus, "Un poemetto siciliano del secolo XVI" estratto dagli Atti della reale accademia di scienze, lettere ed arti di Palermo (serie III - vol. IX - Palermo 1910) e "Storia della Baronessa di Carini (sec XVI) estratto da "Musa siciliana" con note dell'autore - Casa editrice Caddeo 1922. Il volume raccoglie quindi, a parte le altre leggende su famosi "casi" siciliani, tutto quanto Luigi Natoli scrisse sul famoso "caso" della Baronessa di Carini.
Copertina di Niccolò Pizzorno - Prezzo di copertina € 21,00
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
Disponibile su tutti gli store di vendita online e in libreria. 

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