lunedì 18 ottobre 2021

Luigi Natoli: Un unico regno dalle Alpi a Trapani... Tratto da: Viva l'Imperatore!

Opposizioni, sebbene l'imposta fosse abbastanza gravosa, non ce ne furono; non ostante le brighe del papa, baroni, ecclesiastici e sindaci delle città demaniali si erano stretti, intorno all'Imperatore, e lo avevano confortato del loro consenso, frustrando le speranze del papa. Per la terza volta questi aveva solennemente scomunicato Federico, sciogliendo i sudditi dal giuramento di fedeltà. Il pretesto era sempre quello della mancata promessa di andare in Terra Santa a liberare il Sepolcro di Cristo; di che il papa Gregorio si mostrava acceso di fervore più che non fossero stati i suoi predecessori e lo stesso. Urbano II. Ma questo fervore non era sincero o meglio serviva a mascherare interessi materiali. A lui, nipote di Innocenzo III ed educato a quella scuola, non era sfuggito quale minaccia fosse per il dominio temporale la politica unitaria perseguita dall'Imperatore, da mirare a formar dell'Italia, dall'Alpi a Trapani un grande regno, il quale congiunto con quello di Germania nella persona del monarca, avrebbe costituito un dominio così vasto e potente da fare dell'Impero una realtà viva come ai tempi di Carlo Magno. Questa potenza restaurata significava la fine del potere temporale. 
Per impedire l'attuazione del grande disegno di Federico, i papi avevano ricorso a ogni espediente: suscitato un rivale nell'impero, fomentato la ribellione nelle Puglie, eccitato i comuni liberi dell'Italia, dato origine ai guelfi e ai ghibellini, gittando la discordia in tutta la penisola, mandato intorno frati a diffondere immonde calunnie! e infine, motivo ideale e santo, avevano strappato al giovine Federico, in compenso della corona imperiale, la promessa di andare con una crociata nei Luoghi Santi: impresa che lo avrebbe allontanato e tenuto lontano dall'Italia per chi sa quanto tempo, e con qual esito. Corrado vi aveva avuto distrutto mezzo esercito. Federico Barbarossa vi era morto: le crociate non erano favorevoli ai principi tedeschi: Federico, se non vi sarebbe morto, vi avrebbe logorato le sue forze migliori, e scemata la sua potenza; e avrebbe dovuto rinunziare al suo disegno imperiale. Così gli interessi religiosi e la passione di restituire alla cristianità i luoghi santificati da Cristo, servivano a interessi terreni; e l'abbassamento dell'autorità imperiale serviva ad innalzare quel potere sovrano che da Gregorio VII in poi i papi si arrogarono sopra tutti i regni e le signorie della terra. In verità sulle intenzioni di Federico, in riguardo alla spedizione la Chiesa non si ingannava. Federico fidava nella possanza del suo nome e nella sua arte diplomatica e nelle discordie che dividevano i principi musulmani, per ottenere senza combattere vantaggi, forse, maggiori di quelli che potrebbe ottenere con una guerra di dubbio esito. Prendere la corona di re di Gerusalemme, stringere un trattato per assicurare l’esercizio del culto ai Cristiani e la sicurtà dei pellegrinaggi, legare l'Oriente all'Occidente con rapporti di interesse, con un disegno geniale e degno della mente di Federico; al quale, per altro, più della signoria effettiva di un regno lontano, premeva condurre a buon termine il suo disegno di unificare l'Italia: che questo concetto di formar dell'Italia un grande Stato fu dei re di Sicilia, prima di qualunque altro.


Luigi Natoli: Viva l'Imperatore! Romanzo storico ambientato nella Palermo di Federico II. L'opera è la fedele trascrizione del romanzo originale pubblicato a puntate in appendice al Giornale di Sicilia nel 1925. 
Copertina di Niccolò Pizzorno
Prezzo di copertina € 22,00 
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (spedizione a mezzo corriere in tutta Italia) 
Disponibile su Amazon, Ibs e tutti gli store online
Il libreria a Palermo presso: La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour), La Nuova Bancarella (Via Cavour), Libreria Modusvivendi (Via Q. Sella 15) 

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