martedì 18 giugno 2019

Luigi Natoli: La chiesa di S: Maria della Catena. Tratto da Guida di Palermo e suoi dintorni 1891


Proseguendo nella stessa linea della via Vittorio Emanuele a poca distanza dalla chiesa di Porto Salvo s’incontra un gioiello prezioso dell’architettura siciliana ed è la 
Chiesa di S. Maria della Catena (P.6 E6) – Nel sito stesso che segnava la punta dello sprone che dalla Kalesa si allungava fino alla Cala, chiudendo il bacino di Piazza Marina, sorgeva anticamente una chiesetta denominata della Catena perché ivi si annodava la catena che chiudeva il porto e che nel 1063 fu rotta dalle navi pisane alleate del conte Ruggero contro i musulmani. L’antica chiesa è ricordata in diplomi del 1330. Distrutta, fu riedificata nel principio del secolo XVI così come oggi si vede. Elegante e di bellissimo effetto è il portico ad archi scemi, sorretti da due piloni che s’innalzano svelti e leggiadri come torri, coronati da arabeschi di gustosissimo disegno. Questo fregio gira intorno per la chiesa. L’interno, a tre navi, è stato recentemente restaurato, toltine i pesanti stucchi che deturpavano le ogive e nascondevano le finestrette archiacute. Di opere d’arte nell’interno sono notevoli alcune storie a rilievo che si credono d’uno dei Gagini, una statua della Madonna e un San Gaetano del Novelli. Peccato che le tre absidi siano miseramente nascoste da fabbriche mostruose; quel che se ne vede rende più sdegnoso il viaggiatore contro il barbaro seppellimento.
 Il fabbricato che copre le tre absidi della chiesa della Catena è occupato dalla Sopraintendenza agli Archivi di Stato, la quale fu fondata nel 1843 nella casa dei PP. Teatini, cui apparteneva la chiesa, che al 1810 era servita di ospedale alle truppe inglesi. Gli Archivi di Stato Siciliani sono importantissimi così per le pergamene greche, arabe e latine, alcune delle quali del secolo XI; come pei volumi e per le filze che vengono dal secolo XIII fino a noi, e contengono tutti i documenti della storia e della civiltà della Sicilia. Agli Archivi è annessa una Scuola di paleografia e una Biblioteca, oltre una sala per gli studiosi. 
Accanto alla sopraintendenza agli Archivi sorge il Conservatorio di S. Spirito, destinato ai trovatelli. Un tempo questo edificio fu Ospedale di S. Bartolomeo; nel 1826 l’ospedale fu rimosso e riunito all’Ospedale Civico; e vi fu stabilita una ruota per gli esposti. I maschi ai sette anni sono mandati all’Ospizio di Beneficenza, le femine son trattenute e istruite nel Conservatorio stesso. L’Affresco che decora il prospetto è di Vincenzo Riolo, e rappresenta la Carità.
Poco discosta dal Conservatorio e al limite della via Vittorio Emanuele si trova la Porta Felice…

Luigi Natoli: Guida di Palermo e suoi dintorni 1891.
Nella versione originale pubblicata dall'editore Clausen in occasione della Esposizione Nazionale del 1891 e corredata delle pubblicità dell'epoca e di pieghevole della cartina di Palermo del 1891. 
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