mercoledì 18 novembre 2015

Luigi Natoli nel romanzo Gli ultimi saraceni: discorso di Giafar sul re Ruggero e sul dominio arabo.


"Tu hai tradito la nostra fede; tu hai abbandonato il campo seminato di grano, per entrare in quello intrigato di spine e di gramigne. Hai dimenticato i nostri padri, che già diffusero tra le terre dei Rumi il terrore del leone dell’islam; e ti sei avvilito fra gli infedeli, nati per servire. Che fede vuoi che io ti aggiusti? Troppe ingiurie ci sono recate; e troppo i patti sono stati violati; ma non da parte nostra. Al tempo di Ruggero, gloriosa spada dei Rumi, noi potevamo rimpiangere il perduto dominio; ma almeno eravamo liberi e pari ai nazareni: avevamo i nostri cadì, i nostri ulema; i nostri fondachi abbondavano di ogni bene che Allah dispensa ai credenti; i nostri savii ornavano la reggia, i nostri artefici pieni di ingegno meraviglioso fabbricavano pel re congegni mirabili per distinguere le ore, e per scoprire i misteri degli astri; i nostri filosofi e dottori disputavano coi filosofi dei Rumi; e nessuno meglio di noi leggeva il gran savio Aristotele; nessuno meglio dei nostri commentava Ippocrate. Allora Edrisi scriveva il suo magnifico Sollazzo, che abbraccia il mondo, opera che nessuno aveva composto prima, e comporrà in appresso. E il re dei cristiani, il potentissimo Ruggero, sul quale piovvero tutte le misericordie di Dio, onorò i nostri saggi; ne seguì i precetti, usò le nostre vesti, il nostro linguaggio, ebbe cari i nostri artefici. E le nostre campagne, i nostri mensil, i nostri rahat?... Ma ora? Ora è tutto mutato; pare che si prepari un’era di servitù; forse per punire la nostra viltà. Noi perdemmo lo stato perché fummo divisi e discordi; ora perderemo la libertà perché siamo vili!... Che cosa vuoi? Della viltà nostra, ecco, tu sei un esempio: tu, per viltà hai tradito la tua stirpe, la tua fede. Il guadagno e la paura hanno piegato l’animo tuo, come il vento piega il giunco nello stagno. E ora vieni fra noi, e ci domandi di stringerci intorno al re. Perché dobbiamo stringerci intorno a lui? egli non ci darà quello che abbiamo perduto e che ci è stato tolto: lascia stare, gaito; noi faremo quello che vorrà Allah".
Luigi Natoli, uno scrittore sempre attuale.
 
 

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