venerdì 26 giugno 2015

Luigi Natoli ne "Gli ultimi saraceni": La moneta d'oro, una leggenda legata a Guglielmo I.

Ecco una leggenda che si racconta di Guglielmo il Malo.

La moneta d'oro.
 
Il re Guglielmo, una volta, si dice che avesse fatto coniare monete di cuoio; e che, volendo prendere per sé tutto l'oro, avido com'era, avesse tolto ai sudditi tutto quello che possedevano e perfino i gioielli.
Fatto questo, cattivo e sospettoso, pensò che alcuni nascondessero del denaro. E che fece? Sapeva che c'erano molti giovani cavalieri amanti d'armi e di cavalli; e allora fe' togliere dalle sue stalle il più bel morello, lo affidò a due scudieri travestiti, e li incaricò di andare per le strade, fingendo di volerlo vendere.
C'era una povera vedova d'un cavaliere, che aveva un unico figlio. Or questi, che era gentile e amoroso, sospirava per avere un cavallo. Quando vide passare gli scudieri con quel morello, il giovane sentì un colpo al cuore.
Ah, il bel cavallo, tutto nero, con una stella bianca in fronte, che andava per la via vanitoso della sua bellezza! E non poterlo comprare! Ci volevano tre monete d'oro; ed egli non ne possedeva neppure di cuoio! Andò dalla madre, piangendo.
- Che hai figlio mio?
- Madre, si vende un morello, che sembra un cavallo da re; ne domandano tre monete d'oro; e io non posso comprarlo! E son figlio di un cavaliere!...
La madre si sentì trafiggere dal dolore. Come fare? Cercò di consolare il figlio; ma vedendolo triste, pensò un poco, e disse:
- Non dolerti, figlio: ti dirò io dove potrai prendere le tre monete. Va nella tomba di tuo padre; lì troverai in un piattello le tre monete. Pregalo che te le lasci prendere, e corri a comprare il cavallo.
Detto, fatto: il giovane s'inginocchiò, pregò, poi tolse il coperchio dalla tomba, prese le monete, e via. Ma appena diede le tre monete, eccoti un nuvolo di guardie:
- Alto là! Tu hai del denaro d'oro, contro il bando del re.
Lo arrestarono, e lo condussero al re Guglielmo, che, saputo il fatto, si adirò:
- Come? Tu osi conservare dell'oro? Olà, che egli sia decapitato!
- Sacra corona - disse il giovinetto - io son figlio del cavaliere Tal dei Tali (e disse il nome) che è morto in servizio di vostra maestà, e non mi ha lasciato che la sua spada. Mia made vive nella povertà, e in casa non abbiamo il becco di un quattrino. Questo denaro, per comprare un cavallo, che mi abbisogna per servirvi, me lo ha dato mio padre.
- Come ha potuto dartelo, se è morto?
Allora il giovine gli narrò ogni cosa; e il re Guglielmo, ammirando, volle questa volta esser generoso; gli donò il cavallo e gli fece restituire le tre monete d'oro, rimandandolo a casa, dove la madre lo piangeva per morto.
 
Luigi Natoli.
 
 
(La leggenda è così narrata in un volume per bambini pubblicato dall'autore nel 1925; la stessa è narrata in modo più ampio nel romanzo Gli ultimi saraceni edito da I Buoni Cugini Editori).


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