Orlando paladino! Facciamogli largo, perchè la sua spada Durlindana è terribile: spacca una montagna in due, come se fosse un cocomero. È il terrore dei Saraceni, dei ladroni, dei birbanti; perchè è saggio quanto valoroso, ama la giustizia, e non può tollerare le prepotenze. Senza Orlando, Carlo Magno imperatore non varrebbe un fico secco; i Saraceni si piglierebbero Parigi, e quel traditore di Gano di Magonza farebbe morire tutto il fiore dei paladini.
Bello Orlando, non è vero? con la sua armatura di ottone nichelato, che pare argento; elmo piumato, con la visiera mobile; corazza, sopravveste verde, gambali, scudo... Ha un occhio storto, ma non monta. Eccolo piantato in mezzo al campo, e sfidare, con un vocione da mettere paura, i Saraceni; ecco avanzarsi Ferraù di Spagna, gigantesco, barbuto e valoroso Saraceno. Ed eccoli l’uno e l’altro scambiarsi male parole, sguainare le spade, e menar colpi terribili, zan! zan!... E l’organino suona qualche cosa che accompagna il ritmo dei colpi.
L’organino? Ah, guarda, eravamo così assorti ad ammirare Orlando che avevamo dimenticato di dire che il terribile paladino non è un uomo d’ossa e di carne, ma un omino di legno; e che il campo, sul quale compie le sue prodezze, è il palcoscenico di un teatrino; il teatrino del popolo, l’opra di Pupi, o semplicemente l’Opra.
I ragazzi del popolo, i monelli di piazza, i contadinelli, che non possono andare nei grandi teatri, dove si cantano le opere e dove bravi attori recitano commedie e drammi, accorrono all’Opra, dove gli attori di legno recitano come quelli di carne. Ed essi li conoscono tutti di nome e di qualità: Carlo Magno, Orlando, Rinaldo, Malagigi, Oliveri, Bradamante, Ruggero, Ferraù, il vecchio Sobrino, il re Gradasso...
E quando Orlando punisce un birbone, applaudiscono furiosamente; e quando un traditore ne trama qualcuna, essi lo vituperano e gridano alle vittime designate dai traditori, di guardarsi, come se quelle teste di legno potessero veramente sentirli.
Essi amano i valorosi, ma non i prepotenti; amano la lealtà, ma odiano gli ipocriti; amano i generosi, ma vituperano i crudeli e bestiali.
Le belle azioni, i nobili sentimenti, le virtù umane ci commuovono e ci empiono di entusiasmo, anche se i personaggi sono di legno...
(Nella foto: il paladino Orlando, realizzato dal maestro Vincenzo Argento - Teatro Opera dei Pupi famiglia Argento, via Pietro Novelli 1/a, Palermo)
Luigi Natoli, Giuseppe Pitrè: Il teatro del popolino. Raccolta di scritti sull'Opera dei Pupi e sulle tradizioni cavalleresche in Sicilia.
Pagine 270 - Prezzo di copertina € 20,00
Copertina di Niccolò Pizzorno.
Il volume è disponibile:
Dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna gratuita a Palermo, a mezzo corriere o raccomandata postale in tutta Europa)
Su Amazon Prime e tutti gli store online.
In libreria presso: La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour e punto vendita Centro Commerciale Conca d'Oro), Libreria Zacco (Corso Vittorio Emanuele 423), Libreria Modusvivendi (Via Quintino Sella 79), Libreria Nike (Via M.se Ugo 56), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15), La Nuova Bancarella (Via Cavour di fronte La Feltrinelli)
Nessun commento:
Posta un commento