Ma sai tu perché questa inchiesta? Perché un professore farabutto che avevo smascherato, denunciò al Ministero che io durante l’anno scolastico non avevo fatto nulla a scuola… E quell’ispettore, che probabilmente aveva ricevuto l’imbeccata, si scandolezzò perché io avevo assegnato soltanto sedici temi di componimento invece di diciotto, quanti avrebbero dovuto essere; e mostrò un grande orrore nel constatare che non usavo segnar gli errori con la matita azzurra!... Una cosa che gli avrebbe fatto drizzare i capelli, se li avesse avuti!... Io gli dissi che non davo alcun valore a quei segni inutili, e che non trovavo alcuna relazione fra i segni azzurri e la mia capacità intellettuale e professionale. Egli mi diede dell’ignorante; e io, naturalmente, gli detti del cretino… E non mentivo!... Al vedersi riconosciuto, l’ispettore montò in bestia: mi intimò di uscire: io persi la pazienza, e gli tirai il calamaio in faccia… Ma me ne son doluto, poi…
Mi
son doluto di avere sciupato sopra un imbecille tanto inchiostro, col quale si
sarebbero potuto scrivere bellissime cose.
Lavorerò:
vivrò del mio lavoro; del lavoro che amo, e pel quale son noto. Ho dati troppi
anni al Ministero; i più belli, i più vigorosi; gli ho dato probabilmente il
mio avvenire; perché sballottato di qua e di là, per paesetti dove non trovi
neppur un libro, son diventato un vero ignorante; e perché nell’insegnamento mi
sono incanaglito e ho spenta la mia fantasia. Ora voglio un po’ rifarmi; voglio
rivivere i miei sogni…
La
lontananza dai centri di cultura, e la scuola mi han costretto a un lungo
silenzio, nel quale sono stato dimenticato… Ora sono apparso come un uomo
nuovo, a quarantasei anni, in mezzo ai giovani che han fretta di farsi innanzi,
e che ti guardano con diffidenza o con compassione. Scrivo
perché ho bisogno di dare una espressione ai fantasmi che mi si affollano nel
cervello. E non sono io che li chiamo, vengon da sé, e picchian forte per
uscire rivestiti di forme… E poi son quelli i momenti in cui godo: perchè vivo
la vita delle mie creature, mi caccio nelle loro avventure, piango, rido, amo,
odio con loro… e dimentico la realtà che mi circonda con tutte le sue miserie.
Parlo con te, che intendi questi misteri dello spirito…
Il
volume comprende:
Il
conte di Geraci - scene medievali in due atti
Cappa
di Piombo - commedia in tre atti
L’ironia
della Gloria - commedia in tre atti
Quannu
curri la sditta! - sceni di vita paisana, commedia in quattro atti
Il
numero 570 - scene drammatiche in due atti
Pagine 312 – Prezzo di
copertina € 21,00
Copertina di Niccolò Pizzorno
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
Disponibile su Amazon, Ibs e tutti gli store online.
In libreria a Palermo presso: La Feltrinelli libri e musica (via Cavour), La Nuova Bancarella (Via Cavour), Nuova Ipsa (Piazza Leoni), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15)
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