lunedì 3 novembre 2025

Luigi Natoli: 4 novembre 1918. Tratto da: Almanacco del fanciullo siciliano. Libro sussidiario di cultura regionale e nozioni varie

È festa, grande festa nazionale. Il 4 novembre 1918 l’esercito austriaco, sconfitto nella grande battaglia di Vittorio Veneto, volse in fuga; e il suo comando supremo dovette domandare un armistizio.
Ma già il tricolore sventolava a Trieste e a Trento, sospiro di ogni cuore italiano.
Per questa vittoria l’Italia ora è tutta quanta libera da ogni soggezione: la catena delle Alpi è tutta nostra; e nessuno straniero può più valicarla e accamparsi nelle nostre terre.
Quanti sacrifizi, però, quanto sangue è costata l’unità nazionale!
In alto il vessillo! E gridiamo gloria a coloro che ci diedero una patria unita, forte, grande.  

Il bollettino della Vittoria

Rileggi, ogni anno, il 4 novembre, il bollettino col quale il generale Diaz dava l’annunzio della vittoria. Ogni italiano deve tenerlo a mente: non per vanagloriarsi, ma per trarne ammaestramento, e adoperarsi ad accrescere grandezza alla patria con una vita virtuosa, degna di coloro che soffersero e morirono per farci liberi e grandi. Rileggi dunque:
“La guerra contro l’Austria-Ungheria, che sotto l’alta guida di S.M. il Re, Duce supremo, l’esercito italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915, e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima, per quarantun mese, è vinta.
“La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre, ed alla quale prendevan parte cinquantun divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una czeco-slovacca, un reggimento americano, contro 73 divisioni austro-ungariche, è finita.
“La fulminea, arditissima avanzata del 29° Corpo d’Armata su Trento, sbarrando la via della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della 7a Armata e ad oriente da quelle della 1a, 6a e 4a, ha determinato ieri lo sfacelo totale del fronte avversario.
“Dal Brenta al Torre, l’irresistibile slancio della 12a dell’8a e della 10a Armata e delle Divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente.
“Nella pianura S.A.R. il Duca d’Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta 3a Armata, anelando di ritornare sulle posizioni che dessa aveva già vittoriosamente conquistato.
“L’esercito Austro-Ungarico è annientato. Esso ha subito perdite gravissime nell’accanita resistenza dei primi giorni di lotta, e nell’inseguimento ha perduto quantità ingentissime di materiali di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi.
“Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri, con interi Stati Maggiori, e non meno di cinquemila cannoni.
“I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli, che avevano discese con orgogliosa sicurezza”.

Diaz

(Nella foto Clodomiro Natoli, figlio di Luigi, morto nella Prima Guerra Mondiale) 




Luigi Natoli: Almanacco del fanciullo siciliano. Libro sussidiario di cultura regionale e nozioni varie. 
Il volume è la fedele trascrizione dell'opera originale pubblicato dalle Industrie Siciliane Riunite nel 1925. Corredato dalle immagini dell'epoca.
La copertina di Niccolò Pizzorno riproduce quella originale. 
Pagine 210. Prezzo di copertina € 19,00
Il volume è disponibile: 
Dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna gratuita a Palermo, consegna in tutta Italia con raccomandata postale o corriere). Contattaci alla mail ibuonicugini@libero.it 
Su tutti gli store online. 
In libreria presso: 
La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour e punto vendita Centro Commerciale Conca d'Oro), Libreria Zacco (Corso Vittorio Emanuele 423), Libreria Modusvivendi (Via Quintino Sella 79), Libreria Nike (Via M.se Ugo 56), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15), La Nuova Bancarella (Via Cavour di fronte La Feltrinelli) 

Luigi Natoli: Capo Feto. Tratto da: Amore e morte. Storie e leggende volume 1

“Passato il capo di Caraccà, quando si va per la città di Patti, vi è un altro capo, detto Capo Feto; e infatti, passandovi da vicino, vi si intende un certo fetore”. Così scriveva nel 1652 il dottore Vincenzo Auria, in alcune sue note di viaggio, che si conservano manoscritte nella Biblioteca comunale di Palermo. 
Ma la storia di quel puzzo che tutta l’aria ammorba, è assai paurosa, o signora bella, ed io vo’ narrarvela così, come il popolo da cui l’apprese l’Auria, la narra ancora. A proposito, avete un compare?
Sì?... perdonatemi se sono indiscreto... ma la storia si riferisce appunto a due compari: perché avete a sapere che i compari... come i cugini...
Incomincio la storia:
Massaro Peppe non aveva che una sola infelicità: la mancanza di un figlio. Del resto egli era ricco, sano, onorato; avea moglie Rosa: che similmente al fiore di cui portava il nome, sfolgoreggiava di bellezza. Nei campi, quand’ella passava con le mani sui fianchi contemplando i contadini che vangavano o i mandriani che guardavano le gregge, mandriani e contadini ristavano, e come abbagliati dal sole facean visiera agli occhi con la mano, e la guardavano estatici. Rosa sapea di questi suoi trionfi e passava dondolandosi sulle anche, e sorridendo superbamente; e in quel sorriso scopriva i denti piccoli, bianchi, uguali, stupendi a vedersi fra le labbra coralline. 
Il sole della campagna non aveva abbronzato le sue carni; soltanto, nelle ore più calde, le arrossava le guance, e i capelli biondi parevano allora fili d’oro. 
Ah come era bella nella veste turchina stretta ai fianchi, nel corpetto di panno rosso, allacciato da un cordoncino di seta nera, e con qual grazia ella annodavasi sul capo il fazzoletto di seta rossa!
Massaro Peppe era dunque felice in tutto, fuorchè nel desiderio d’aver figliuoli; e della sua felicità era geloso. Infatti nessuno era ammesso a varcare la soglia della sua casa, e gli affari li trattava nella stalla, fra le vacche che traspiravano odor di muschio e l’erbe fresche mietute pendenti sulla mangiatoia. 
Solo raisi Nino entrava nel santuario: ma raisi Nino era un vecchio amico. Vecchio per dire: egli invece era giovane ancora, poteva avere qualche anno più di Rosa, e tutti e due potevano esser figliuoli a massaro Peppe, tanto costui li avanzava negli anni. E veramente massaro Peppe aveva per raisi Nino un affetto paterno, e tutte le volte che raisi Nino ritornava dalla pesca o da qualche viaggio, pria d’andare a casa sua, recavasi a veder massaro Peppe. 
Ma un giorno massaro Peppe non era in casa: era andato a Messina e non ne ritornava che il domani. Rosa era sola...


Luigi Natoli: Amore e morte. Storie e leggende volume 1.
L'opera è la fedele trascrizione di tutte le "Storie e leggende", molte delle quali mai più pubblicate, scritte dall'autore nell'apposita rubrica del Giornale di Sicilia, dal 12 febbraio al 31 dicembre 1889
Pagine 386 - Prezzo di copertina € 22,00
Copertina di Niccolò Pizzorno. 
Il volume è disponibile: 
Dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna gratuita a Palermo, consegna a mezzo raccomandata postale o corriere in tutta Italia)
Su Amazon Prime e tutti gli store online. 
In libreria presso: 
La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour e punto vendita Centro Commerciale Conca d'Oro), Libreria Zacco (Corso Vittorio Emanuele 423), Libreria Modusvivendi (Via Quintino Sella 79), Libreria Nike (Via M.se Ugo 56), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15), La Nuova Bancarella (Via Cavour di fronte La Feltrinelli)